Il secondo semestre dell’anno potrebbe non essere così positivo come il primo per l’industria europea dei fondi. Secondo le stime di Morningstar, la raccolta netta dei comparti a lungo termine (esclusi i monetari) è stata di 36,1 miliardi di euro a settembre, in ulteriore rallentamento rispetto ad agosto. E’ il livello più basso dall’inizio dell’anno.
Tra gli investitori diminuisce la popolarità dei bilanciati e degli alternativi, che sono stati i protagonisti da dopo la crisi finanziaria. I primi terminano settembre con flussi netti pari a 6,5 miliardi di euro; i secondi con appena 104 milioni. Il risultato è il peggiore dell’ultimo anno.
Colpi di scena tra gli azionari
A fare la parte del leone, sono stati ancora una volta i fondi obbligazionari, con sottoscrizioni nette per 20,2 miliardi. Tuttavia, questo dato è il peggiore da gennaio 2017 a causa dei deflussi da molti comparti high yield, ossia investiti in titoli più rischiosi e della domanda sottotono di prodotti che sono raggruppati nella categoria eterogenea degli “Obbligazionari altro”.
Nel segmento azionario, continuano i colpi di scena. A settembre, la raccolta netta è stata di 9 miliardi di euro, grazie soprattutto alla richiesta di fondi attivi, gli stessi che il mese precedente erano stati oggetto di pesanti riscatti. Morningstar stima flussi pari a 7,7 miliardi, il secondo livello più alto del 2017, a fronte di sottoscrizioni nette più contenute degli indicizzati (1,4 miliardi). E’ bene, tuttavia, precisare che gli Exchange traded fund (Etf) non sono inclusi nel conteggio; altrimenti andrebbero aggiunti altri 5,7 miliardi al dato degli index.
Infine, i monetari hanno raccolto 22,1 miliardi, che sono andati soprattutto nei fondi domiciliati in Irlanda, mentre i lussemburghesi e francesi hanno subito riscatti.
Pimco Gis Income ancora protagonista
Nel dettaglio, i comparti obbligazionari flessibili sono stati i più popolari a settembre, grazie alla continua domanda di Pimco Gis Income (escludendo questo prodotto, la categoria ha subito deflussi). Gli investitori hanno mostrato interesse anche per le strategie specializzate sul debito emergente (+3,6 miliardi) e sui bond globali (+2,2 miliardi).
Tra gli azionari, al top in termini di raccolta ci sono quelli con focus sull’area euro (settembre è stato il miglior mese da ottobre 2015) e sul Giappone, a testimonianza del maggior ottimismo sul quadro congiunturale e le valutazioni delle due regioni.
Sul fronte opposto, gli Azionari Europa large cap sono stati i più penalizzati dai deflussi (-1,1 miliardi), seguiti dagli obbligazionari governativi in euro, che continuano a subire gli effetti delle politiche monetarie espansive (Quantitative easing) della Bce. Tra gli alternativi, i riscatti hanno colpito soprattutto le strategie global macro.
Chi sale e chi scende
A settembre non ci sono grandi novità in cima alla classifica delle case di gestione. Pimco continua ad essere prima, grazie soprattutto ai 4,3 miliardi raccolti da Pimco Gis Income, che ha superato i 50 miliardi di patrimonio, pari al 37% degli asset della gamma europea della società. Al secondo posto si colloca BlackRock, che ha beneficiato in modo particolare della popolarità dei suoi comparti obbligazionari emergenti in valuta locale. L’unica italiana nella top 10 è Eurizon, quarta, dietro a Union Investment.
Per contro, i deflussi hanno colpito Magellan group (non presente in Italia), a causa dei forti riscatti dal suo fondo alternativo global macro. Hanno il segno meno anche Axa, penalizzata dalla sua gamma high yield, e Standard Life. La strategia global absolute return di quest’ultima, molto popolare negli anni scorsi, subisce fuoriuscite da 17 mesi consecutivi e ha perso circa il 20% dei suoi asset nell’ultimo anno.
Morningstar calcola i flussi netti stimati (Estimated net flow) come differenza tra patrimonio finale ed iniziale nel periodo considerato, dedotta la componente di mercato. L’universo comprende i fondi aperti, esclusi i fondi di fondi, i monetari, gli Etf e i feeder.
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