Nella riunione di ottobre, la Banca centrale europea ha confermato il piano per ridurre gli acquisti di titoli a partire da gennaio 2018. In sostanza, l’istituto di Francoforte si muove nella direzione di un, seppur graduale, ritorno verso la normalità dopo i forti stimoli monetari degli ultimi anni (Quantitative easing, Qe). I mercati obbligazionari hanno finora reagito in modo composto, dal momento che l’annuncio era largamente atteso, ma cosa accadrà in futuro?
Indipendentemente dall’impatto sui rendimenti dei titoli di Stato, la questione chiave per gli investitori sarà capire se il mercato dei governativi post-Qe sarà caratterizzato dalla quasi perfetta sostituibilità tra le diverse emissioni. A dirlo è Jose Garcia-Zarate, associate director della ricerca sulle strategie passive di Morningstar. Prima del 2011, gli operatori ne erano convinti, ma poi c’è stata la crisi del debito periferico, che ha dimostrato una realtà diversa.
Il rischio di credito nei governativi
Ignorare il rischio di credito, ossia che un’obbligazione possa fallire, non permette di fare proiezioni sul comportamento futuro degli indici specializzati sui titoli governativi e, di conseguenza, sugli Exchange traded fund (Etf) che li replicano. Soprattutto su quelli con focus sul debito periferico, che hanno un profilo di rischio superiore agli strumenti che investono in titoli core, come i Bund tedeschi. In pratica, dunque, sono più vulnerabili a situazione di stress di mercato.
Rating Neutrale
E’ questa la ragione per cui gli analisti di Morningstar hanno attribuito il rating Neutrale a Amundi Government bond low rated EuroMTS Etf e a Xtrackers iBoxx Sovereign Eurozone yield plus Etf (entrambi i report sono stati redatti il 1 agosto 2017 da Garcia-Zarate). Nonostante gli indici sottostanti siano differenti, entrambi hanno un paniere di titoli di Stato di minor qualità. Inoltre, sono accomunati da un rating quantitativo di cinque stelle, in quanto si collocano tra i migliori della categoria Obbligazionari governativi in euro per profilo di rischio/rendimento corretto per i costi negli ultimi cinque anni. L’esposizione prevalente ai titoli periferici, rispetto a un benchmark composto anche da emissioni di più alta qualità, ha giocato un ruolo determinante nel periodo considerato, così come le basse commissioni.
L’aver battuto gran parte dei concorrenti (compresi i fondi attivi), tuttavia, non significa che i due Etf continueranno a fare bene in futuro. “Lo Star rating è una misura quantitativa, che ritrae il comportamento passato di un fondo”, ricorda Garcia-Zarate. “Ma per avere un’indicazione su come si comporterà negli anni a venire servono analisi di tipo qualitativo sulle prospettive di una determinata strategia di investimento. E’ per questo motivo che Morningstar assegna l’Analyst rating, che indica il nostro grado di convinzione sulla capacità di uno strumento finanziario di sovraperformare la categoria in un intero ciclo di mercato”.
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