Perché gli analisti cambiano idea sul Moat? L’evoluzione delle dinamiche all’interno di un settore e la diversa capacità di rispondere a questi cambiamenti da parte delle aziende modificano le aspettative sul rendimento del capitale prodotto dalle stesse e dunque il giudizio relativo alla loro posizione di vantaggio competitivo.
Nel terzo trimestre sono state registrate sette promozioni da assente a medio e otto da medio ad ampio, mentre le bocciature da medio ad assente sono state cinque (clicca qui per conoscere la metodologia sull’Economic moat).
Reckitt e NetEase promosse nel Moat
Gli analisti di Morningstar hanno alzato il Moat di Reckitt Benckiser da medio ad ampio in seguito alla riorganizzazione delle sue attività. Il gruppo britannico ha acquisito il marchio Mead Johnson, produttore globale di latte artificiale (per la somma di 16,7 miliardi di dollari) e ha dismesso il segmento di prodotti alimentari. In questo modo circa metà del reddito operativo dell’azienda sarà prodotto da business nei quali la forza del brand è in grado di fronteggiare le pressioni sul prezzo esercitate dalla concorrenza o quelle sui margini di profitto create dall’aumento dei costi.
Il segmento dei prodotti alimentari è soggetto al cambiamento delle preferenze dei consumatori e alle recenti spinte deflazionistiche. Con queste operazioni, dunque, il gruppo migliora la sua redditività che, in base alle previsioni degli analisti, continuerà a essere superiore al costo del capitale almeno per i prossimi vent’anni. La stima del fair value di Reckitt Benckiser, pari a 74 sterline (report aggiornato al 18 ottobre 2017), si basa sulle ipotesi di una crescita media del fatturato del 10% da qui al 2021 e un’espansione del margine operativo di circa 200 punti base. Il mercato non sembra aver ancora valutato il potenziale del gruppo britannico e sconta il titolo del 13%.
Tra le stock che nel terzo trimestre hanno guadagnato Moat (passando da assente a medio), il titolo NetEase presenta ancora un leggero margine di apprezzamento secondo gli analisti di Morningstar. Il gruppo cinese, leader nel settore della produzione di videogame, ha dimostrato negli anni di riuscire a proporre sempre nuovi giochi e di riuscire a superare con successo la transizione da quelli per PC a quelli per i dispositivi mobile.
Oltre ai videogame prodotti in casa, NetEase ha concluso numerosi accordi con società estere del settore al fine di ampliare il proprio portafoglio. Questo ha contribuito ad accrescere il valore del suo brand e a migliorare la redditività della gestione. I risultati del terzo trimestre superiori alle attese hanno convinto gli analisti a rivedere al rialzo le stime legate alla crescita del fatturato e dei margini di profitto per i prossimi anni e dunque quella del fair value che ora è pari a 344 dollari (relativamente all’ADR scambiata sul NYSE, report aggiornato al 16 novembre 2017).
CenturyLink bocciata
CenturyLink, attiva nel settore delle telecomunicazioni, è riuscita a mantenere negli anni una gestione molto profittevole puntando a servire un segmento specifico di clientela come quella delle grandi imprese e degli enti pubblici. Ora, però, l’ingresso in questo business di AT&T e Verizon ha aumentato la concorrenza creando pressioni sui prezzi e riducendo le economie di scala che prima permettevano a CenturyLink di macinare alti margini di profitto.
Gli analisti non ipotizzano un ritorno ai livelli storici di profittabilità e hanno deciso di tagliare il rating sull’Economic moat da medio ad assente. “Nonostante il gruppo abbia riportato buoni dati nei primi sei mesi del 2017, anno che in base alle nostre previsioni dovrebbe chiudersi con un balzo del fatturato del 18%, il titolo da inizio anno ha ceduto oltre il 40% e ora è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value di 19 dollari” (report aggiornato in data nove novembre 2017), dice Alex Zhao di Morningstar.
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