I finanziari del Vecchio continente stentano in Borsa, ma guadagnano rating. Il comparto ha ceduto lo 0,33% nell’ultima ottava (come dimostrato dall’andamento dell’indice Msci Europe/Financials in euro al 2 dicembre 2017) ampliando le perdite nell’ultimo mese di contrattazione al 2,25%. Nel periodo considerato i titoli Société Générale e ING Group hanno registrato rispettivamente -1,22% e il -3,57% e la conseguente contrazione del rapporto Prezzo/Fair value ha prodotto il loro upgrade a quattro stelle nel Morningstar rating.
Société Générale punta sugli emergenti
Nell’ultimo mese GLE ha sofferto in Borsa anche a causa dei deludenti numeri del terzo trimestre. Il gruppo francese ha registrato un calo dell’utile netto del 15% rispetto allo scorso anno a causa dei negativi risultati registrati dalle attività di trading (frenate dalla scarsa volatilità dei mercati) e dal segmento della banca retail, danneggiato dal basso livello dei tassi di interesse.
In crescita, invece, i ricavi prodotti fuori dai confini nazionali. Il gruppo francese sta allargando il suo raggio d’azione anche all’Europa dell’Est e all’Africa, regioni che grazie alla più alta crescita economica rispetto ai paesi sviluppati sono in grado di spingere il suo fatturato. Tuttavia i bassi livelli della redditività evidenziano la mancanza di Moat nel suo modello di business. “Société Générale ha attività molto profittevoli, come il segmento della banca retail in Francia e in Repubblica Ceca e altre, invece, come l’investment banking, che sottraggono valore”, dice Johann Scholtz di Morningstar.
“Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo una crescita media dei ricavi del 4,5% e un’espansione dei margini di profitto, favorita anche dal taglio del numero di filiali in Francia, e stimiamo un fair value pari a 54,50 euro” (report aggiornato al tre novembre 2017).
Fair value in rialzo per ING
La promozione di ING Group è dovuta, oltre che dal passo falso in Borsa, anche dal recente aumento del fair value da parte degli analisti da 15,50 euro a 17,90 euro (report aggiornato al 23 novembre 2017). “Sulla base dei risultati riportati nel terzo trimestre abbiamo deciso di ritoccare al rialzo le previsioni per i prossimi cinque anni sia sul fronte dei ricavi, grazie al forte miglioramento dei redditi non da interessi (trading e investimenti), che su quello del taglio dei costi. Nei prossimi cinque anni, dunque, ci aspettiamo un progresso medio del fatturato del 5% e un miglioramento del margine operativo dall’attuale 36% al 48%”, dice Derya Guzel di Morningstar.
“Nonostante i passi in avanti, il livello di redditività della gestione del gruppo è ancora basso rispetto alle banche a cui assegniamo una posizione di vantaggio competitivo (Economic moat). ING ricava una parte significativa del suo reddito operativo dal segmento retail e i bassi tassi di interesse deprimono la profittabilità. Inoltre, gli investimenti fatti per abbattere i costi devono ancora dare i loro frutti”.
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