Il comparto energetico ha ceduto negli ultimi 12 mesi circa il 12% della sua capitalizzazione di mercato (come testimoniato dalla performance dell’indice Msci World/Energy all’11 dicembre 2017 in euro), ma questo non ha contribuito a rendere più convenienti le quotazioni dei suoi titoli, con il rapporto Prezzo/Fair value medio che continua a essere superiore alla parità. Per esporsi al settore, dunque, meglio fare un attento stock picking con un occhio a quei titoli meno sensibili alla fluttuazione del prezzo delle materie prime.
Il Moat è nel midstream
Enbridge è proprietaria di una delle più ampie pipeline del Nord America. Il segmento midstream è il più redditizio all’interno del settore energetico. E’ soggetto alla regolamentazione delle autorità che decidono l’ammontare delle commissioni a favore della società e la fattibilità della costruzioni di nuovi gasdotti e oleodotti. Questo è un vantaggio perché limita l’ingresso di nuovi operatori nel settore e garantisce alle aziende elevati rendimenti del capitale.
All’interno di questo segmento Enbridge (ENB) e Enterprise Products (EPD) garantiscono un Moat elevato e prezzi convenienti. “Nel caso di ENB il mercato non ha valutato in maniera corretta il reale potenziale di crescita dell’azienda e sconta il titolo del 23% rispetto al fair value di 64 dollari canadesi (report aggiornato al 29 novembre 2017). Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo che Enbridge finalizzi il suo progetto di aumentare la capacità della sua Line 3 (che passa nello stato del Minnesota). Questo contribuirà a sostenere il progresso del fatturato a un ritmo medio dell’1,5%”, dice Joe Gemino di Morningstar. “Nello stesso periodo il gruppo aumenterà il dividendo del 10% annuo ed emetterà nuove azioni per raccogliere i capitali necessari a ridurre il debito a breve termine”.
Nel caso di Enterprise Products, invece, gli analisti di Morningstar ritengono che il mercato sottovaluti il forte miglioramento dei fondamentali del mercato del gas naturale liquefatto (NGL). “Grazie a spread più ampi tra il prezzo dell’NGL e quello del gas naturale ci aspettiamo un forte incremento della produzione e dunque dell’utilizzo della sua pipeline” dice Stephen Ellis. “Inoltre, l’80% del reddito operativo è ricavato dalle commissioni incassate per l’utilizzo dei suoi oleodotti e questo rende l’azienda meno vulnerabile alle fluttuazioni delle materie prime" (report aggiornato al due novembre 2017).
FI tra i più scontati tra gli oil service
Frank’s International (FI) è tra i titoli più scontati all’interno dell’industria oil service grazie a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,80 (report aggiornato al tre novembre 2017). Il gruppo statunitense è riuscito a costruirsi una posizione di vantaggio all’interno del settore grazie alla qualità superiore della sua offerta. I servizi di FI forniscono supporto all’attività di estrazione di petrolio e gas naturale da perforazione in acque profonde. L’azienda è leader mondiale in questo business, i cui fondamentali però, sono peggiorati con l’ascesa dello shale oil (produzione di idrocarburi dai frammenti di rocce di scisto).
“Il mercato è deluso nel vedere che la produzione di greggio “deep water” non sia in grado ti tornare ai livelli del 2012. A nostro avviso quei target non saranno mai più raggiunti, ma Frank International continuerà comunque a mantenere livelli di redditività superiori alla media”, dice Preston Caldwell di Morningstar.
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