Morningstar ha messo alla prova gli Analyst rating proprietari, ossia i giudizi qualitativi che il team di ricerca attribuisce ai fondi, in base a cinque pilastri: il team di gestione, la società, il processo di investimento, le performance e i costi (le cosiddette cinque P in inglese: people, process, parent, performance e price). La scala di valutazione comprende tre rating positivi (Gold, Silver, Bronze) uno neutrale e uno negativo. Il periodo di osservazione va da novembre 2011, anno dell’introduzione di questa metodologia, a ottobre 2017 (sono stati considerati i fondi a cui sono stati assegnati i rating fino ad aprile 2017).
Il metodo
L’obiettivo, spiegano gli autori della ricerca, coordinati da Jeffrey Ptak, direttore della Global Manager research di Morningstar, era misurare la performance dell’Analyst rating nel predire i futuri rendimenti aggiustati per il rischio dei fondi che in questi sei anni hanno ricevuto tale giudizio qualitativo. Due sono stati gli indicatori utilizzati: la regressione Fama-MacBeth (metodo di stima applicato a una serie storica di dati, Ndr) e l’event study framework (un approccio più intuitivo che raggruppa ogni mese tutti i fondi con un determinato rating e calcola la performance media di questo ipotetico portafoglio per i successivi uno, tre, sei, 12, 36 e 60 mesi, Ndr).
Test superato per azionari e bilanciati
“L’analisi mostra che l’Analyst rating ha avuto capacità predittiva delle performance future dei fondi nel periodo considerato, anche se in misura diversa a secondo delle asset class”, si legge nel report dal titolo Analyzing the Performance of the Analyst Rating Globally.
Nel dettaglio, la metodologia di valutazione è promossa a pieni voti nel caso dei fondi azionari, dove i Gold, Silver e Bronze hanno fatto decisamente meglio degli strumenti con un giudizio neutrale o negativo.
Un discorso simile vale per i bilanciati, mentre i risultati sono più deboli nel segmento obbligazionario. In quest’ultimo caso, i Silver e Bronze si sono comportati bene in termini di rendimento aggiustato per il rischio, mentre le “medaglie d’oro” non sono state così eccellenti come avrebbero dovuto.
“Nel complesso, l’Analyst rating è stato in grado di ordinare i fondi in base alla loro capacità di generare ritorni in eccesso nel futuro”, dicono gli analisti di Morningstar. “Questa metodologia, tuttavia, andrà sperimentata ulteriormente su un intero ciclo di mercato”.
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