I mercati emergenti continuano a regalare soddisfazioni. Soprattutto a chi ha deciso di investire nelle regioni in via di sviluppo mettendo da parte settori tradizionali per quelle aree (come le risorse naturali e l’energia) e concentrandosi, invece, su segmenti più tipicamente da paesi developed.
Per quanto riguarda l’andamento di Borsa, l’indice Morningstar dedicato agli emerging market nell’ultimo mese (fino al 27 dicembre e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,2%, portando a +18,7% la performance da inizio anno.
Indice Morningstar EM da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 27 dicembre 2017
Fonte: Morningstar Direct
A livello di categorie Morningstar, quella dedicata ai mercati emergenti globali in quattro settimane è salita dello 0,6% (+18,5% da gennaio).
“Il successo di due colossi cinesi del tech come Tencent e Alibaba sono la prova più evidente di come l’aspetto dei mercati emergenti stia cambiando”, spiega Ben, Johnson, analista di Morningstar. “Questo significa che la corsa di alcuni comparti non è più un fenomeno esclusivo delle regioni sviluppate e deve essere tenuto in considerazione quando si pensa agli emerging”.
E la diversificazione?
Questo, però, dal punto di vista operativo crea un problema. “Vista la maggiore correlazione fra developed ed emerging, diventa sempre più difficile utilizzare i secondi come un elemento di efficace diversificazione del portafoglio”, spiega Johnson. “Questo un fattore diventerà sempre più evidente mano a mano che i paesi emergenti saranno maggiormente integrati nell’economia globale e potrà essere in parte mitigato con un’attenta opera di selezione delle azioni”.
Fra i fondi che si sono comportati meglio nelle ultime settimane e che attuano una strategia di diversificazione a di allontanamento dai segmenti tradizionali degli emergenti c’è Stewart Investors Global Emerging Markets Leaders A Acc EUR (+3,5% in un mese, +12,2% da inizio anno; Morningstar rating: quattro stelle; Analyst rating: Bronze) “Il processo di investimento è decisamente orientato allo stock picking e fa poca attenzione alla composizione del benchmark o alle scelte fatte dai gestori dei prodotti concorrenti”, spiega Simon Dorricott, fund analyst di Morningstar in un report dell’8 febbraio 2017. “Da anni il team di gestione ha deciso di sottopesare settori come energy e material. Ha dimostrato, invece, una particolare predilezione per le società i cui utili non vengono limati dalle fasi di rallentamento della congiuntura”.
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