Si riparte dalla frontiera?

Il segmento dei non ancora emerging è uno di quelli che si è fatto notare di più nel corso del 2017. L’andamento demografico dovrebbe consentire ancora forti tassi di crescita delle regioni. Intanto un fondo specializzato prende l’Analyst rating. 

Marco Caprotti 04/01/2018 | 11:52
Facebook Twitter LinkedIn

Il 2018 può ripartire dai mercati di frontiera? Di sicuro questo asset di investimento si fa notare se si considera che, nel 2017, la categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono nei paesi non ancora emergenti ha guadagnato (in euro) quasi il 10%.

Andamento della categoria Global frontier equity
frongen

Una performance di rilievo se si considera, solo per fare un esempio, che un segmento sicuramente molto più tranquillo e popolare come quello dedicato ai portafogli concentrati sulle large cap dell’Eurozona, sempre l’anno scorso, ha segnato +11%.

“I fondamentali macro e i dati demografici in molti mercati di frontiera sono positivi al momento e in alcuni casi ricordano quelli dei paesi emergenti di 15 o 20 anni fa”, spiega una nota di Oliver Bell, gestore del fondo T. Rowe Price Frontier Markets Equity. “Per esempio, la crescita del Pil per molte di queste economie dovrebbe restare ad un livello compreso tra il 6% e il 9% nei prossimi anni, di gran lunga maggiore rispetto agli universi dei mercati sviluppati ed emergenti. Inoltre, quasi il 60% della popolazione in aggregato in questi paesi ha meno di 30 anni. Questa giovane forza lavoro dovrebbe guidare la crescita dell’economia e svilupparsi in una solida classe media di consumatori”.

Nuova copertura
Nel frattempo i fund analyst di Morningstar hanno deciso di iniziare il 2018 proprio con la copertura di uno strumento dedicato a questo asset di investimento. Si tratta di HSBC Global Investment Funds - Frontier Markets Class EC che ha avuto un giudizio di Neutral (Morningstar rating 3 stelle). “Il processo di investimento è prevalentemente bottom up, ma hanno una parte importante anche le considerazioni di tipo macroeconomico”, spiega Ronald van Genderen, in un report del 2 gennaio 2018. “L’universo di partenza include società che fanno parte o che non sono incluse nell’indice di riferimento. Di queste solo 700 sono considerate liquide abbastanza per potervi investire. Circa la metà di queste aziende sono studiate per identificare i titoli che, secondo il team di gestione, sono sottovalutati rispetto al loro valore intrinseco. La squadra di analisti studia il modello di business, il settore di appartenenza, la gestione, la corporate governance e le valutazioni di Borsa” (per l’analisi completa clicca qui).


Visita il mini-sito Morningstar dedicato a MIFID II.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

 

 

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures