Il 2017 non è stato solo il nono anno di mercati finanziari in espansione. E’ stata anche la prima volta dai tempi della recessione in cui tutti i 45 i paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) hanno visto la crescita del Pil. Fra questi ci sono Brasile e Russia, due stati che, di recente, sono stati in recessione (cioè la situazione in cui si trovava l’Europa fino a cinque anni fa).
A novembre l’Ocse ha comunicato che, secondo le sue stime, l’economia globale nel 2018 crescerà del 3,7%, contro il +3,6% che dovrebbe aver fatto segnare nel 2017 e il 3,1% del 2016. “E’ una buona notizia per gli investitori”, spiega Bryan Borzykowski, analista di Morningstar. “Non sempre la crescita economica si traduce in un progresso dei mercati azionari ma, nel lungo periodo, la correlazione fra questi due fattori esiste. Il miglioramento della congiuntura rende più ottimiste le persone. Questo può portare a un aumento dei consumi e a prezzi delle azioni più alti”.
La situazione presenta opportunità diverse rispetto agli acquisti in Borsa fatti dopo una recessione o nei periodi di crescita tiepida. “Quando il mondo corre come accade ora, le società più sensibili alla congiuntura registrano i maggiori guadagni”, dice l’analista. Negli Stati Uniti, il segmento dell’indice S&P500 relativo ai beni di consumo dicrezionali ha guadagnato il 20%, contro il 10% dei Consumer staples (quelli di prima necessità).
Le scelte operative
Cosa significa tutto questo dal punto di vista operativo? “Se si crede che la crescita economica continuerà, allora potrebbe valere la pena tenere d’occhio i settori più ciclici, come gli industriali, i beni di consumo discrezionali e alcuni tecnologici, oltre che tutti quei segmenti sensibili agli investimenti delle aziende”, spiega l’analista. “I finanziari, che vengono considerati un comparto difensivo, sono anche sensibili alla crescita congiunturale e ai movimenti dei tassi di interesse. Quindi dovrebbero andare bene se l’economia continuerà ad espandersi e il costo del denaro ad aumentare”.
Questo non significa far partire ordini di acquisto in maniera indiscriminata. Secondo i calcoli di Morningstar, ad esempio, i beni di consumo ciclici sono sopravvalutati del 9%, mentre gli industriali trattano al 17% oltre il loro fair value. “Tuttavia ci sono delle opportunità, soprattutto per chi non si fa spaventare da prezzi un po’ alti”, dice l’analista. “Sul mercato sono presenti società che possono crescere più in fretta del loro settore. E si trovano fra gli industriali, nei finanziari e tra i beni di consumo”.
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