Usa ed Europa viaggiano in direzioni opposte

PORTAFOGLI ROBUSTI. Abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione tra le principali aree geografiche a uno, tre e cinque anni, aggiornati a fine dicembre.

Valerio Baselli 01/02/2018 | 09:49
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La diversificazione è un concetto che assume diverse forme. Abbiamo già visto quanto sia importante variegare i propri investimenti per asset class. Un altro piano su cui è necessario differenziare le proprie scelte è quello geografico. Non a caso, la ripartizione per paesi o per regioni è tra le informazioni principali quando si esamina un portafoglio finanziario.

In un mondo sempre più globalizzato è fondamentale avere un’idea di come i vari paesi a cui si è esposti si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in regioni soggette a movimenti molto simili.  

Le tabelle sottostanti, ad esempio, certificano come gli Stati Uniti abbiano sensibilmente diminuito la loro correlazione con le altre aree geografiche nel corso dell’ultimo anno. Le uniche regioni che non vedono un vero e proprio crollo della propria correlazione con il mercato americano, ma che comunque ne vedono un abbassamento, sono il Giappone (da 0,75 a tre anni a 0,54 nell’ultimo anno – dati al 31 dicembre 2017) e l’India (da 0,44 a 0,19 nello stesso periodo). Regge anche la correlazione con il mercato globale, misurato dall’Msci World (da 0,97 a tre anni 0,84 a un anno), anche se quest’ultimo risultato non sorprende, visto il forte peso del mercato a stelle e strisce nell’indice.

Per il resto, gli Usa sono stati in assoluto il mercato azionario migliore in termini di diversificazione negli ultimi dodici mesi. Ci sono esempi emblematici: il tasso di correlazione tra l’Msci Usa e l’Msci EM Europe, passato da 0,55 a tre anni a -0,50 nell’ultimo anno. Quello tra la Borsa americana e il mercato dell’Eurozona, passato da 0,74 a -0,21 nello stesso lasso di tempo. O anche verso il nostro mercato domestico, con la relazione tra Stati Uniti e Italia crollata da 0,55 a -0,39 negli ultimi tre anni.

Anche solo visivamente, basta dare un’occhiata alla colonna num.2 (quella degli Stati Uniti) per notare come sia passata dal dominio del colore verde a una tendenza verso il bianco e rosso nell’ultimo anno (più la casella tende al verde, più la correlazione è elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficiente è negativo).

La tendenza, comunque, non è esclusiva del mercato a stelle e strisce. Anche la Cina e ancor più il Giappone hanno sensibilmente diminuito la propria correlazione con diverse altre aree geografiche. La correlazione tra Sol Levante ed Europa, ad esempio, è passata dallo 0,80 allo -0,03 negli ultimi tre anni.

Le aree geografiche oggetto dell’analisi sono elencate di seguito. I numeri corrispondono a quelle che appaiono nelle tabelle.

  1. Msci World
  2. Msci USA
  3. Msci Eurozone
  4. Msci Europe
  5. Msci Emerging Europe
  6. Msci Italy
  7. Msci UK
  8. Msci Germany
  9. Msci Asia ex Japan
  10. Msci Japan
  11. Msci China
  12. Msci Latin America
  13. Msci Emerging Markets
  14. Msci Frontier Markets
  15. Msci India

corr1

 

corr2

 

corr3

Dati al 31 dicembre 2017
Fonte: Morningstar Direct



Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%. 

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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