Secondo i dati Morningstar, in gennaio, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 19 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Il mondo degli Etp
Nella Top 5 dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded product (Etp), troviamo ben quattro prodotti azionari dedicati a un singolo paese emergente, il Brasile. Dopo una severa crisi fiscale e politica, il paese carioca sta finalmente mostrando solidi segnali di recupero: il governo stima al 3% la crescita del Pil nel 2018, dopo l’1,1% atteso per il 2017.
Al primo posto della classifica, però, si piazza un replicante del Ftse Mib Banks, un sotto-indice del Ftse Mib, specializzato sulle banche. Tra i titoli più importanti troviamo Mediobanca, FinecoBank e Intesa Sanpaolo. Oltre alla spinta arrivata l’anno scorso dopo che il governo ha varato un decreto per salvare Veneto Banca, Popolare di Vicenza e Monte dei Paschi di Siena con un aumento di capitale complessivo per 11,5 miliardi di euro, a inizio 2018 è giunta un’altra buona notizia: praticamente tutti gli istituti di credito italiani medio-grandi hanno superato l’esame dello Srep (Supervisory review and evaluation process), il processo di revisione e valutazione prudenziale condotto dagli organismi di vigilanze della Bce.
Nella Flop 5 del mese, invece, particolarmente male le materie prime agricole (tra cui lo zucchero), oltre al mercato immobiliare nordamericano.
Il mondo dei fondi indicizzati
Anche per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), i mercati emergenti fanno la parte del leone, con tre fondi su cinque, dedicati a Russia, Cina e a un paniere di paesi in via di sviluppo. Da segnalare anche un prodotto esposto al mercato azionario italiano e un fondo alternativo che replica l’andamento dell’indice Crown Managed Futures, il quale viene pubblicato da Credit Suisse International in collaborazione con LGT Capital Partners Ltd, e che ha come obiettivo quello di rappresentare un profilo di rischio e rendimento analogo all’investimento in un’ampia gamma di fondi hedge.
Male invece i bond emessi in dollari, che probabilmente risentono dei rialzi del tasso d’interesse previsti da parte della Federal Reserve per il 2018 e del tasso di cambio euro/dollaro (passato da 1,199 al 10 gennaio a 1,241 a fine mese).
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