Business as usual, ma con un occhio alle cronache politiche. E’ questo l’atteggiamento che sembrano aver scelto gli investitori professionisti dopo il risultato incerto, in termini di governabilità, delle elezioni politiche italiane che hanno visto la vittoria di due formazioni definite anti-establishment come il Movimento 5 Stelle e la Lega (quest’ultima in coalizione con FI e Fratelli d’Italia).
Un primo messaggio rassicurante è arrivato da Standard&Poor’s, secondo cui i risultati delle elezioni politiche non dovrebbero avere impatti immediati sui rating dell’Italia. L’outlook “stabile”, ha spiegato la società americana appena terminato lo spoglio delle urne, da una parte contempla la possibilità di una crescita economica più forte e di ulteriori miglioramenti nei meccanismi di trasmissione della politica monetaria nei prossimi due anni e, dall’altra, prende in considerazione il rischio di incertezze politiche persistenti e le loro implicazioni (anche negative per i mercati) sulle misure economiche e fiscali.
Guardare nel medio e lungo periodo
Certo è che i mercati non amano l’incertezza e i cambi del quadro politico fondamentale implicano per gli operatori la necessità di rivedere le proprie scelte, sia nel breve che nel medio-lungo termine. “Nella maggior parte dei casi probabili – governo di centro-destra, governo 5 Stelle con eventuali alleati o stallo – non ci aspettiamo forti reazioni da parte dei mercati di breve periodo”, spiega Richard Flax, Chief investment Officer di Moneyfarm. “Neanche la moneta unica dovrebbe indebolirsi rispetto alla divisa statunitense. Certo, potremmo vedere della volatilità accompagnare le varie fasi del processo, soprattutto nel caso in cui l’incarico venisse dato a uno dei due partiti vincitori senza garanzie su quale sia la maggioranza di riferimento al quale il partito designato potrebbe puntare. Se invece dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un governo 5Stelle-Lega, potremmo avere movimenti significativi sugli spread dei bond italiani e dei paesi dell’Europa mediterranea. Un eventuale approccio di rottura di questo esecutivo nei confronti dell’Unione europea potrebbe portare a una escalation del rischio con possibili conseguenze anche sulla moneta unica. Nel medio termine, invece, la capacità del governo di mantenere insieme gli obiettivi dell’efficienza fiscale e di risolvere le tante sfide strutturali del paese (il lavoro, la produttività delle imprese, la pressione fiscale, per citarne alcune) potrebbe fare la differenza nelle valutazioni dei titoli italiani”.
Secondo James de Bunsen, Portfolio Manager del team Multi Asset di Janus Henderson Investors, non vale la pena concentrarsi sulle questioni immediate. “A nostro avviso, l’impatto sui mercati sarà di lungo termine piuttosto che di breve”, spiega. “I mercati azionari e gli spread obbligazionari implicano a oggi un premio di rischio più elevato per le asset class italiane, visti i risultati incerti e i successi ottenuti dai partiti anti-establishment meno noti e prevedibili. Tuttavia, riteniamo che i veri problemi in Italia restino quelli di cui gli investitori sono consapevoli da molti anni: livelli insostenibili del debito, un fragile settore bancario e un’economia sclerotica con alti livelli di disoccupazione, aggravata dalla recente immigrazione di massa. Riteniamo che il risultato di queste elezioni inconcludenti probabilmente ritarderà l'attuazione di eventuali misure radicali che potrebbero servire a migliorare i problemi nel medio periodo”.
Occhio ai bond
Invita alla cautela Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management “L’incertezza degli esiti e le tempistiche ignote per formare un governo difficilmente sono amici dei mercati. Inoltre, aumentano le probabilità di instabilità politica (anche se nuove elezioni sono improbabili) o di frizioni con l’Europa sulla futura politica di bilancio. Questi fattori possono mettere sotto pressione i premi di rischio richiesti dal mercato per gli asset italiani, in particolare sullo spread BTp-Bund che potrebbe testare 150-160pb prima di rivelarsi occasione d’acquisto. Tuttavia, se l’Europa riprenderà la via dell’integrazione - ora che la Germania ha un governo - anche bond e azioni italiane ne beneficeranno”.
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