L’ottimo andamento dei mercati internazionali l’anno scorso si è riflettuto anche nelle performance dei fondi pensione, che hanno chiuso un 2017 più che positivo. Secondo gli ultimi dati della Covip (la commissione di vigilanza sul settore), infatti, i fondi pensione negoziali hanno guadagnato l’anno passato in media il 2,6%, i fondi aperti il 3,3% e i Pip (Piani individuali pensionistici) Unit linked il 2,2%. Tutto ciò a fronte di una rivalutazione del Tfr pari all’1,7%.
Tuttavia, restano comunque differenze importanti tra le diverse linee d’investimento. Si va infatti dal 7,2% medio della linea azionaria pura dei fondi aperti al -0,7% medio segnato dalle offerte obbligazionarie pure dei Pip Unit linked. Non sorprende, visto l’andamento favorevole delle Borse mondiali nel 2017, che all’interno di ciascuna delle diverse tipologie di forma pensionistica, i risultati più elevati si sono avuti nelle linee a maggior contenuto di titoli azionari, mentre i rendimenti delle linee obbligazionarie abbiano risentito della politica monetaria ultra-espansiva nell’area dell’euro. Da sottolineare come i risultati Covip siano espressi al netto dei costi di gestione e dell’imposta sostitutiva.
Le adesioni
A fine 2017, il numero complessivo di iscritti a forme pensionistiche complementari, incluse le duplicazioni relative a coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, è di 8,3 milioni. Al netto delle uscite, la crescita dall’inizio dell’anno è stata di 554.000 unità (7,1%). Nei fondi negoziali si sono registrate 208.000 iscrizioni in più (8%) rispetto al 2016, portando il totale a fine anno a 2,8 milioni. L’incremento è stato determinato dall’avvio del meccanismo di adesione contrattuale in quattro fondi (il fondo rivolto ai lavoratori del settore autostrade, il fondo destinato ai dipendenti delle aziende del gruppo Ferrovie dello Stato, il fondo con destinatari gli autoferrotranvieri e, con modalità peculiari, il fondo territoriale del Veneto) e dall’entrata a regime dell’adesione contrattuale per i lavoratori del settore edile. Anche senza considerare i comparti interessati dalle adesioni contrattuali, la crescita netta delle iscrizioni rimane positiva. Nelle forme pensionistiche di mercato offerte da intermediari finanziari, i fondi aperti totalizzano 1,4 milioni di iscritti, crescendo di 115.000 unità (9,2%) rispetto al 2016. Nei Pip “nuovi”, il totale degli iscritti è di 3,1 milioni; l’incremento netto è stato di 233.000 unità (8,1%).
Le risorse in gestione
A fine dicembre 2017 il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari ammonta a 160,7 miliardi di euro; il dato non tiene conto delle variazioni nel periodo dei fondi pensione preesistenti e dei Pip “vecchi”. Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 49,5 miliardi di euro, in crescita del 7,7%. I fondi aperti dispongono di un patrimonio di 19,1 miliardi e i Pip “nuovi” di 27,6 miliardi; l’incremento nell’anno è stato, rispettivamente, del 12 e del 16,4%.
Nuovi prodotti
Nel corso dell’anno passato, infine, sono stati lanciati in Italia sei nuovi fondi pensione, secondo i dati di Morningstar.
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