La siderurgia americana festeggia la decisione dell’Amministrazione Trump di aumentare i dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio. Gli analisti di Morningstar hanno alzato la stima del fair value in seguito alle migliori previsioni su ordinativi, prezzi di vendita e margini di profitto. Ma, avvertono, le valutazioni di mercato scontano comunque aspettative ottimistiche sul futuro andamento delle quotazioni di lungo periodo.
Rapporto Prezzo/Fair value medio industria acciaio
Rapporto Prezzo/Fair value industria alluminio
Ak Steel sarà uno dei maggiori beneficiari delle tariffe sull’import di acciaio e gli analisti hanno alzato il fair value del titolo da 3,75 a 4,5 dollari (report aggiornato all’8 marzo 2018). Il gruppo siderurgico ricava l’85% del suo giro d’affari nel mercato domestico e oltre il 60% delle sue vendite da contratti con i produttori americani di auto. L’azienda non è proprietaria di siti estrattivi di materie prime e questo, data le basse attese sul futuro andamento dei prezzi di mercato della materia prima, le permetterà di approvvigionarsi da fornitori terzi riducendo i costi di produzione.
A favore di AK Steel ha giocato negli ultimi anni il buon momento del comparto auto, anche se il picco nelle vendite di vetture negli Usa è già alle spalle. Mentre la produzione di manufatti a più alto valore aggiunto ha da sempre sostenuto la maggior profittabilità rispetto ai competitor.
US Steel punta a ridurre i costi
Il settore dell’acciaio negli Stati Uniti si caratterizza per la sua alta frammentazione e per la forte concorrenza interna. L’unico modo che hanno le aziende per rimanere profittevoli è quello di produrre a costi molto bassi. United States Steel ha un modello di business fortemente integrato in maniera verticale, cosa che le ha impedito di beneficiare della contrazione delle quotazioni della materia prima. Tuttavia è riuscita comunque a mantenere margini di profitto alti grazie a un portafoglio prodotti che comprende anche manufatti ad alto valore aggiunto.
Il gruppo sta cercando di migliorare la sua profittabilità provvedendo alla sostituzione dei suoi forni con quelli elettrici, in modo ridurre i costi di produzione, ma i suoi conti nei prossimi anni risentiranno della debole crescita della domanda proveniente dalla Cina e dall’eccesso di capacità produttiva. Condizioni che contribuiranno a mantenere basso il prezzo di mercato dell’acciaio. Gli analisti hanno recentemente alzato la valutazione del titolo da 15 a 20 dollari in ragione della nuova politica commerciale voluta dall’Amministrazione Trump, ma il rapporto Prezzo/Fair value pari a 2,18 vale al titolo un rating di due stelle (report aggiornato all’8 marzo 2018).
Commercial Metals oggetto di M&A?
Anche Commercial Metals, come United States Steel, ha l’handicap di essere verticalmente integrata e di non poter beneficiare dei bassi costi della materia prima. Gli alti oneri di produzione si sommano a una offerta a basso valore aggiunto, la maggior parte della quale destinata alle aziende del settore edilizio, e insieme spiegano i bassi margini di profitto dell’azienda. Il gruppo ha provveduto negli ultimi anni alla dismissione di molte attività lontane dal core-business e alla chiusura di alcuni centri di produzione, cosa che le ha permesso di tagliare i costi di gestione.
Nel recente passato Commercial Metals è stata spesso accostata a operazioni di M&A e ora più che mai, che ha una struttura più snella, potrebbe essere oggetto di acquisizione da parte di una delle Big del settore. Nelle scorse settimane gli analisti hanno provveduto ad alzare il fair value del titolo da 16 a 18 dollari, ma le azioni della società statunitense continuano a essere scambiate a un premio del 40% (report aggiornato all’8 marzo 2018).
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