Le elezioni si risolvono con un nulla di fatto anche sui listini. Attesa da alcuni, con la speranza che potessero dare un nuovo slancio alle contrattazioni, temuta da altri, per il rischio di possibili speculazioni finanziarie, la tornata elettorale è passata senza lasciare alcun segno. Almeno per ora.
La debolezza dei listini di Piazza Affari nella settimana che ha preceduto il voto si spiega con la grossa incertezza legata all’esito delle urne. L’indice Morningstar Italia ha ceduto lo 0,66%, sottoperformando di circa un punto percentuale il mercato del Vecchio continente, a causa del pessimo andamento del comparto salute (-5%), penalizzato dalle vendite su Amplifon (-5,19%), Diasorin (-2,17%) e Recordati (-6,65%) e di quello manifatturiero (-2%), frenato dal cattivo andamento di Atlantia e Leonardo (-1,9% per entrambe).
L’assenza di un vincitore, a differenza di quanto si potesse immaginare, non ha scoraggiato i mercati. Anzi, nelle due settimane successive l’indice Morningstar Italia ha recuperato terreno (+0,59) risalendo sui livelli di partenza e sovraperformando il mercato europeo (-0,68%). Cosa che ha riportato il suo rapporto Prezzo/Fair value medio a 1,02*.
Recupero targato industriali
La prima settimana post-voto è stata caratterizzata dalla debolezza del settore bancario (-2,25%), penalizzato dalle frizioni tra Banca centrale europea e Parlamento europeo sulle linee guida da indicare agli istituti di credito per mettere in sicurezza i propri bilanci dal possibile impatto dei crediti deteriorati, oltre che dalle perdite del settore beni di consumo ciclici, zavorrati dai ribassi dei titoli auto FCA e Ferrari.
Nella seconda, invece, Piazza Affari ha recuperato terreno mettendo a segno un +4% grazie all’ottima performance del settore beni industriali (+10%) e dalle buone prestazioni offerte da beni di consumo ciclici (+4%) e utility (+3,4%). Tra i manifatturieri, Atlantia ha registrato un balzo del 13,7%, alti anche i rendimenti di Leonardo e Prysmian (rispettivamente +7% e +13%), mentre consumer e utility hanno beneficiato dei rialzi di FCA ed Enel (+6,59% e +3,8%). Importante per il recupero del listino milanese, data la sua alta capitalizzazione di Borsa, è stato anche l’ottimo risultato di Telecom Italia (+14,8%).
*La valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico.
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