L’healthcare Usa ha paura della riforma repubblicana sui farmaceutici. La Casa Bianca pensa a una stretta legislativa che vada nella direzione di limitare la discrezionalità delle case produttrici nel fissare i prezzi. Il provvedimento rischia di minare la principale fonte di Moat delle aziende del comparto, cioè quella degli intagible asset. In questo modo, infatti, esse non sarebbero più in grado di vendere i loro prodotti a condizioni quasi monopolistiche e dunque di ricavare margini di profitto elevati.
Il settore ha ceduto oltre il 3% da inizio anno (indice Morningstar Global Healthcare in euro al 30 marzo 2018) e ora è scambiato a valutazioni più convenienti. Al suo interno il segmento biotech è tra quelli che presentano il rapporto Prezzo/Fair value più basso, attorno a 0,89, e Roche Holding e Shire sono, secondo gli analisti di Morningstar, le aziende meglio posizionate per far fronte ai possibili risvolti negativi di questa riforma e quelle che al momento presentano i tassi di sconto più alti.
Roche, sinergie con Genetech
I due gruppi hanno un forte posizionamento rispettivamente del mercato delle cure oncologiche e delle malattie rare, due aree terapeutiche in cui le aziende sono maggiormente in grado di determinare i prezzi di vendita della loro offerta.
Grazie all’acquisizione di Genentech, Roche è diventata leader nell’industria dei farmaci biologici, dalla quale ricava circa i tre quarti delle sue vendite. Questa operazione le ha permesso di realizzare importanti sinergie nel campo della ricerca e di essere pioniera nella produzione di cure mediche personalizzate, cosa che la mette al riparo dalla concorrenza dei farmaci generici e le garantisce margini di profitto superiori alla media. Gli analisti si aspettano per i prossimi cinque anni una crescita media del fatturato del 4%, anche grazie al prezioso contributo del segmento della diagnostica, e una forte espansione del margine operativo dall’attuale 24% al 35% nel 2022. In base a queste previsioni la stima del fair value è pari a 321 franchi svizzeri e vale al titolo un rating Morningstar di cinque stelle (report aggiornato al 4 marzo).
Occhio all’offerta di Takeda
Grazie a un focus sul segmento delle malattie rare, Shire è ora in grado di controllare un mercato di piccole dimensioni, ma profittevole. Questo la mette al riparo da potenziali nuovi competitor che, scoraggiati dal fatto che le limitate dimensioni del mercato non permettano loro di creare valore per l’azienda, evitano di investire delle risorse.
Il gruppo britannico ha un portafoglio ben diversificato di farmaci che le permette di limitare i rischi legati alla concorrenza dei prodotti generici e alla scadenza dei brevetti e la recente acquisizione di Baxalta le garantisce una forte crescita nel segmento dell’immunologia. “Il titolo Shire è scambiato a sconto di circa il 30% rispetto al fair value di 48,90 sterline e le notizie di una possibile fusione con la giapponese Takeda potrebbero spingere al rialzo le sue quotazioni”, dice Karen Andersen di Morningstar (report aggiornato al 28 marzo 2018).
Rapporto medio Prezzo/Fair value settore biotecnologie
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