Fra gli industriali, dicono gli analisti di Morningstar la qualità non manca, ma bisogna selezionare con attenzione i titoli da inserire in portafoglio.
Fluor cavalca i trend macro
Fluor fornisce servizi di ingegneria, costruzione e manutenzione per un'ampia gamma di clienti, tra cui compagnie petrolifere, produttori di gas e società minerarie. Il gruppo mira a sfruttare le sue ampie capacità e la sua presenza globale per vincere progetti grandi e complessi per i quali riesce a ricavare margini di profitto più alti e a far valore sul mercato la sua alta reputazione.
“Come tutte le aziende che a vario titolo operano nel settore energetico, anche Fluor ha sofferto il calo del prezzo del greggio che ha frenato l’attività estrattiva delle compagnie petrolifere, ma il momento peggiore sembra alle spalle e ci aspettiamo che nei prossimi anni giochino a suo favore importanti fattori macro: dall’accelerazione dell’economia a livello globale, alla risalita delle quotazioni del barile oltre le nostre previsioni, che dovrebbe incoraggiare nuovi progetti di ricerca ed estrazione, al taglio dell’aliquota fiscale sugli utili aziendali varata dal Governo Trump che ipotizziamo dia un’ulteriore spinta agli investimenti nel settore”, dice David Silver di Morningstar.
“Sulla base di queste ipotesi abbiamo recentemente alzato le nostre previsioni per i prossimi cinque anni, che ora indicano un progresso medio del fatturato del 7,6% e un’espansione del margine operativo dall’attuale 3% al 5%, e abbiamo portato da 60 a 69 dollari la stima del fair value del titolo” (report aggiornato al 20 febbraio 2018).
Johnson Controls pensa agli azionisti
Johnson Controls International continua nella sua opera di semplificazione del business. Dopo lo spin-off di Adient (produttrice di sedili per auto), il gruppo americano punta a valorizzare anche il segmento “power solutions”, che si occupa di produrre batterie per veicoli a combustibile, per quelli ibridi e per i sistemi di start&stop. Nonostante rappresenti appena il 20% del giro d’affari complessivo, questo è la parte più redditizia del business e con le più alte prospettive di crescita. Ma ha scarse sinergie con il resto del gruppo industriale.
“La decisione di dismettere questo ramo di azienda, dunque, è a nostro avviso corretta e ci aspettiamo che si concretizzi nei prossimi mesi attraverso la vendita a uno dei maggiori player del settore come GS Yuasa, Panasonic, Delphi Technologies, Continental AG e Magna International. Questa scelta massimizzerebbe il valore per l’azionista, dato che la profittabilità della divisione power solution è superiore a quella della seconda azienda del settore, la giappponese GS Yuasa”, dice Brian Bernard, analista di Morningstar.
“Ci aspettiamo che la parte restante del business dell’azienda, quella legata all’efficienza e alla sicurezza degli edifici tragga beneficio dal trend della maggior urbanizzazione a livello globale e manteniamo per il momento invariato il fair value del titolo a quota 53 dollari” (report aggiornato al 12 marzo).
GEA, valore a prezzi convenienti
GEA Group è leader nel mercato dei macchinari per l’industria alimentare e offre anche impianti di refrigerazione e di imballaggio per quella farmaceutica e dei trasporti. A favore del gruppo tedesco giocano due importanti fattori: le alte barriere all’ingresso di nuovi competitor e la stabilità delle quote di mercato.
Le aziende potenzialmente concorrenti fanno fatica ad affermarsi in un settore come quello dei macchinari alimentari poiché dovrebbero cercare di differenziare la loro offerta e al tempo stesso garantire lo stesso livello di affidabilità delle aziende già affermate. Inoltre, le imprese alimentari difficilmente decidono di sostituire fornitori affidabili rischiando che dei problemi ai macchinari possano impattare sulla qualità dei loro prodotti. GEA investe in ricerca e sviluppo e i suoi prodotti sono conosciuti sul mercato per la tecnologia avanzata e la loro affidabilità.
Tutto questo garantisce al gruppo tedesco un forte potere contrattuale nei confronti dei clienti che si traduce in margini di profitto superiori alla media. Gli analisti si aspettano una crescita media del fatturato del 4,4% nei prossimi cinque anni, grazie alla ripresa degli investimenti da parte delle aziende nel settore alimentare e al trend crescente della domanda di cibo a livello mondiale, e stimano un fair value pari a 47 euro (report aggiornato al 15 marzo 2018, a cura di Denise Molina analista azionaria di Morningstar).
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