Ottava pesante per Symantec e International Flavors & Fragrances (IFF). Le due società americane hanno lasciato sul terreno rispettivamente il 30% e il 10% (in euro) della loro capitalizzazione di mercato in scia ai dati delle trimestrali e alle successive dichiarazioni da parte del management e ora i titoli sono scambiati a prezzi molto interessanti.
Buoni i numeri, ma ....
Symantec, leader nel settore della cybersecurity, è stata scossa delle guidance del management per il 2019 e dalla notizia di un’indagine da parte dell’organo di controllo interno dell’azienda in seguito a una denuncia sollevata da un ex-dipendente. La società non ha approfondito la questione, precisando soltanto che le autorità di vigilanza dei mercati sono state informate, ma tanto è bastato a far scivolare il titolo su livelli di circa il 25% più bassi rispetto al fair value (report aggiornato al 10 maggio 2018).
“Il gruppo ha riportato nel quarto trimestre e nell’intero anno fiscale 2018 un utile d’esercizio superiore alle nostre aspettative, mentre hanno deluso le previsioni sulla crescita del fatturato nel 2019. Le nostre stime di lungo termine, che indicano un progresso medio dei ricavi dell’8%, restano immutate, come anche quella relativa al fair value di 26 dollari”, dice William Fitzsimmons analista azionario di Morningstar
“Siamo colpiti dalla crescita degli utili del segmento consumer, probabilmente aiutato dalle ultime acquisizioni. I prodotti e servizi dedicati al segmento business hanno registrato risultati inferiori alle attese, ma siamo convinti che nei prossimi anni questo ramo d’azienda possa registrare un significativo miglioramento dei margini di profitto”.
IFF ha troppa fretta di comprare
Numeri incoraggianti anche per il primo trimestre di IFF. Il gruppo chimico specializzato in aromi e fragranze ha registrato una solida crescita dei ricavi e degli utili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il management ha lasciato invariate le guidance per fine esercizio che indicano un progresso del fatturato e degli utili rispettivamente nella forchetta compresa tra il 6% e l’8% e nell’intervallo 5,5%-7,5%.
“Nonostante i buoni dati del primo periodo abbiamo deciso di tagliare il fair value del titolo da 144 a 137 dollari. La nostra decisione è frutto delle dichiarazioni del management di avere un obiettivo di crescita, quantificato tra i 500 milioni e un miliardo di fatturato entro il 2020, da raggiungere attraverso nuove acquisizioni. Questo espone il gruppo al rischio di pagare prezzi eccessivi per aggiudicarsi il controllo delle aziende target e di conseguenza alla possibilità di distruggere valore per gli azionisti”, di Andrew Lane di Morningstar (report aggiornato al sette maggio 2018).
“L’israeliana Frutarom, ad esempio, è un buon obiettivo, ma il prezzo di 7,1 miliardi di dollari che il gruppo statunitense ha concordato di pagare implica una valutazione pari a 27 volte l'EBITDA riportato nel 2017 da Frutarom. Inoltre, siamo scettici sulla possibilità che l’azienda americana riesca a realizzare le sinergie stimate, sebbene le due imprese abbiano modelli di business complementari (IFF serve i clienti di grosse dimensioni, Frutarom i piccoli e medi operatori della cosmesi e del settore alimentare)”.
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