Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Claudia Segre, Presidente della Global Thinking Foundation, con cui parleremo di un tema attuale e importante come quello della parità di genere nel mondo finanziario, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’educazione finanziaria. Buongiorno Claudia e grazie.
Claudia Segre: Grazie a voi.
Baselli: Innanzitutto ci può spiegare brevemente cos’è la Global Thinking Foundation e di cosa si occupa?
Segre: Global Thinking Foundation è una fondazione nata con una missione ben specifica, legata a progetti di alfabetizzazione finanziaria rivolta soprattutto alle donne, agli adulti, alle fasce deboli, con un programma di sostegno all’educazione per quanto riguarda i ragazzi.
Baselli: Secondo diversi studi, da quelli dell’Ocse a quelli del World Economic Forum, l’Italia si trova in fondo alla classifica dei paesi in termini di educazione finanziaria, con in più un pronunciato gender gap, cioè una forte disparità tra uomini e donne. Quali sono le ragioni che stanno dietro a questo (triste) risultato e quali sono le principali conseguenze?
Segre: Il posizionamento dell’Italia come fanalino di coda dell’Europa e anche al di sotto della media Ocse dal punto di vista di queste competenze, dipende sicuramente non solo da un problema di retaggio culturale, ma anche da una difficoltà di accesso a questo tipo di competenze economico-finanziarie che non sono fruibili né a scuola né in maniera completa per gli adulti. Quindi, il risultato è quello che anche nelle classifiche del lavoro il differenziale di genere nell’accesso al lavoro vede l’Italia al di fuori di quelli che erano gli obiettivi prospettici e quindi ben al di sotto di quella che è la media europea al 60%, con una partecipazione al lavoro delle donne che si ferma al di sotto del 50%.
Baselli: Come possiamo invertire la rotta? Ci sono magari degli esempi virtuosi da seguire?
Segre: Assolutamente sì, la presenza in altri paesi di centri studi, dipartimenti, azioni di governo e programmi mirati alla diffusione delle competenze economico finanziarie, proprio per aiutare i cittadini a essere consapevoli del loro agire economico nella società, del loro partecipare allo sviluppo del paese, vedono tantissimi paesi europei da tempo attivi con una strategia nazionale che per adesso in Italia è solo agli albori.
Baselli: Per chiudere, una parola sull’industria del risparmio gestito. Uno studio di Morningstar, pubblicato nel 2017 e realizzato in 56 paesi, ci dice che solo il 20% dei gestori di fondi comuni è donna. Eppure, l’evidenza dimostra che i fondi gestiti da donne sono in media più attenti alle tematiche della sostenibilità, meno rischiosi, con meno turnover e spesso anche più redditizi. Ecco, lei come vede il futuro dell’industria in questo senso? È ottimista?
Segre: Mi coglie preparata e ottimista. Dopo trent’anni di esperienza in sala operativa, guidando dei team di trading, legati all’attività gestionale, misti in termini di genere, posso tranquillamente dire che l’approccio delle donne nell’ambito gestionale è sicuramente molto interessante per la capacità di cogliere in maniera anche prospettica e di lungo termine le peculiarità di questo momento del mercato, della complessità delle variabili che vi sono inserite. Rispetto a un approccio forse più conservatore, più standardizzato, da parte dei gestori di genere maschile che da sempre hanno dominato la scena nell’ambito del gestito. Quindi, ben venga una maggiore partecipazione, sicuramente può aiutare un’uguaglianza di partecipazione dei due generi a fare ancora di più e meglio nell’ambito del gestito.
Baselli: Perfetto. Grazie ancora a Claudia Segre.
Segre: Grazie.
Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.
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