Secondo i dati Morningstar, a maggio, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 35 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Il mondo degli ETP
Nel mondo dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), la Top 5 del mese si presenta estremamente omogenea, dominata dalle materie prime. Al primo posto troviamo un metallo industriale come il nickel. Il settore, ciclico per sua natura, ha beneficiato della ripresa economica degli ultimi mesi, che si riflette anche nei recenti buoni dati macroeconomici: ad aprile, l'indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona si è mantenuto sui 55,2 punti registrati a marzo, contro le previsioni di un calo a 54,9.
Seguono poi un Etc sul cotone e uno strumento esposto all'andamento dei prezzi dei future del petrolio greggio Brent con scadenza a tre anni (la quotazione attuale è di 76,7 dollari al barile). Dall’inizio dell’anno, l’oro nero ha guadagnato più del 10%. Oltre ai fattori macro (crescita economica e inflazione), ha pesatol’acuirsi di alcune tensioni geopolitiche in Medio oriente e in Venezuela. Le esportazioni dal paese sudamericano, in particolare, stanno precipitando: a giugno la produzione potrebbe essere più che dimezzata, sottraendo al mercato almeno mezzo milione di barili al giorno. Leggi l’analisi sul settore petrolifero Perché stare alla larga dall’energy.
La Flop 5, invece, vede al primo e al terzo posto, due fondi esposti al settore finanziario europeo. In particolare, il Boost Ftse Mib Banks ETP replica il Ftse Mib Banks 15% Capped Index, che riflette le componenti dell’ICB Supersector of Banks del Ftse Mib. Nell’intento di fornire un indice adeguatamente diversificato è stato stabilito un tetto massimo del 15% sulle singole componenti. L’indice segue la metodologia di calcolo e le regole del Ftse Mib, inclusa una revisione trimestrale del tetto del 15% delle ponderazioni dei singoli titoli. Intanto, Morningstar ha rivisto i fair value di Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Da notare poi la presenza di ben tre fondi dedicati al mercato azionario brasiliano. La principale economia dell’America latina ha scontato le difficoltà di altri paesi emergenti, come Turchia e Argentina, oltre al pessimismo riguardo la presenza alle prossime elezioni (ottobre 2018) di un candidato antiriformista come Jair Bolsonaro, che alcuni commentatori hanno già soprannominato “il Trump brasiliano”. Il tutto mentre il candidato favorito, almeno secondo i sondaggi, Ignacio Lula, è stato accusato di corruzione e rischia l’arresto e l’ineleggibilità dopo aver perso l’appello presentato in tribunale.
Il mondo dei fondi indicizzati
Per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), al primo posto in classifica troviamo uno strumento esposto alle società americane di piccole dimensioni. Le small cap conquistano anche il secondo posto attraverso un indice globale (in cui comunque gli Usa pesano il 56%).
Male invece il nostro mercato domestico, che ha risentito nel mese di maggio della forte instabilità politica. Per approfondire clicca qui e qui.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.