Si può investire in finanza senza puntare sui bancari. Il settore ha valutazioni interessanti ed è possibile trovare occasioni interessanti anche in altri segmenti come quello dell’asset management e dei servizi al credito.
Capital One, è tempo di raccogliere i frutti
Capital One Financial ad esempio, è scontata del 20% rispetto al fair value di 123 dollari (report aggiornato al 4 giugno 2018) e offre un dividend yield dell’1,6%. L’azienda ricava dai servizi delle carte di pagamento e del credito al consumo oltre il 70% del suo fatturato. Il gruppo statunitense opera su base nazionale e questo è un vantaggio perché gli permette di avere un portafoglio clienti diversificato (per merito creditizio e per area geografica) e, attraverso una maggior conoscenza delle preferenze della sua clientela, di fare cross-selling dei prodotti e servizi. Grazie a numerose acquisizioni (come ING Direct e il segmento carte di credito di HSBS), Capital One è riuscita nel tempo ad allargare la sua offerta e a investire in information tecnology, cosa che le consente di gestire una grossa mole di dati relativi alle abitudini di spesa dei propri clienti e di capire in anticipo le loro esigenze.
“Nei prossimi anni ci aspettiamo che il gruppo sia in grado di raccogliere i frutti del suo impegno nel migliorare la qualità del credito e che questo, insieme alla domanda di prestiti da parte dei millenials, possa tradursi in una significativa espansione dei margini di profitto. Le nostre previsioni per i prossimi cinque anni indicano una crescita media dell’utile per azione del 33% e un rendimento del capitale costantemente sopra il 9%”, dice Colin Plunkett, analista azionario di Morningstar.
Legg Mason, crescita media al 3%
Nel comparto dell’asset management, Legg Mason continua a perdere terreno in Borsa nonostante i buoni risultati di fine esercizio. Rispetto allo scorso anno il gruppo statunitense ha registrato una crescita dei ricavi dell’8,8%, sostenuta dal forte aumento delle commissioni di performance e da un’espansione di 110 punti base del margine operativo che ha toccato quota 19,5%. Negli ultimi tre mesi, però, il titolo ha ceduto il 10% (in dollari Usa) e il suo rapporto Prezzo/Fair value è sceso a 0,84 (report aggiornato al 26 aprile 2018).
“Legg Mason ha una solida posizione di vantaggio all’interno del settore. Nell’industria dell’asset management le società riescono a mantenersi redditizie solo grazie ad alte economie di scala e a valori intangibili come la buona reputazione sul mercat. Il gruppo statunitense è riuscito a battere la concorrenza facendo leva sulle larghe masse di asset gestite (a gennaio 2018 ammontavano a quasi 800 miliardi di dollari), che le consentono di ammortizzare i costi operativi, e sulle buone performance registrate dai suoi fondi”, dice Greggory Warren, analista di Morningstar.
“Nel prossimo quinquennio ci aspettiamo una crescita del fatturato del 3%. Il margine operativo salirà dall’attuale 17% al 20% nel 2022 e gli elevati flussi di cassa generati dalla società saranno utilizzati per ridurre l’ammontare del debito, oltre che per finanziare un piano di riacquisto di azioni proprie e la distribuzione di un dividendo per gli azionisti. Sulla base di queste ipotesi la stima del fair value del titolo è pari a 44 dollari”, conclude Warren (report aggiornato al 23 marzo 2018). “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo che l’azienda sia in grado di mantenere un margine operativo attorno al 20% e di continuare a generare elevati flussi di cassa (circa 500 milioni di dollari l’anno) che impiegherà nella riduzione del debito, nel pagamento di dividendi (dividend yield a 12 mesi è pari al 3%) e nel riacquisto di azioni proprie”.
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