E’ finita l’era Marchionne. Sabato 21 luglio è arrivato a sorpresa l’annuncio di un cambio ai vertici della galassia del Lingotto e mercoledì 25 la triste notizia della scomparsa di quello che John Elkann ha descritto come “il migliore amministratore delegato che si potesse desiderare”. Lo stesso giorno in cui il nuovo Ad di Fiat Chrysler, Mike Manley, ha presentato i risultati del secondo trimestre.
Per i gestori e gli investitori in fondi è importante seguire gli sviluppi futuri e capire se il nuovo management saprà muoversi bene lungo il percorso intrapreso da Sergio Marchionne. FCA, Ferrari e CNH Industrial, infatti, fanno parte dell’indice italiano Ftse Mib (quello delle blue chip) e di altri benchmark, per cui sono presenti nel portafoglio di molti strumenti del risparmio gestito.
Fiducia in FCA
FCA è il titolo con il peso maggiore sul Ftse Mib: 5,36% (al 30 giugno 2018. In questi ultimi giorni, è stato però penalizzato dalle vendite più di Ferrari, che per la prima volta lo ha superato in termini di capitalizzazione nella seduta del 25 luglio). Dall’analisi dei portafogli dei fondi e degli Exchange traded fund europei, emerge che alcuni gestori sono esposti alla casa automobilistica per una percentuale decisamente superiore (vedi tabella).
In cima alla lista troviamo Atlante Target Italy, gestito da Umberto Borghesi di Albermarle asset management. Il fondo, un azionario Italia con uno Star rating complessivo di cinque stelle (al 30 giugno 2018), ha poco meno del 10% del patrimonio nel gruppo automobilistico (l’ultimo portafoglio disponibile è al 31 marzo 2018).
Al secondo posto si colloca un altro fondo di Albemarle, di cui è responsabile Borghesi: Atlante Target Europe, un azionario Europa large cap value con tre stelle. Sempre in base ai dati disponibili al 31 marzo, Fiat Chrysler è il primo titolo con un peso del 7,56%.
Per Borghesi, la scomparsa di Marchionne “oltre che colpire dal punto di vista umano, è anche una perdita enorme per il Gruppo. Le sue doti manageriali, che sono ben chiare per chi ha seguito la sua attività in Fiat, hanno lasciato un vuoto difficilmente colmabile e un futuro tutto da scrivere”. Tuttavia, il gestore di Albemarle è convinto che almeno nel breve-medio termine la strada del gruppo FCA sia tracciata e non si aspetta molte deviazioni da questo percorso. “Si apre invece uno scenario diverso per il lungo termine”, dice. “Ma questo si sapeva già, visto che Marchionne aveva annunciato il suo ritiro alla presentazione del bilancio 2018. Dal punto di vista dell’investitore, confermiamo la fiducia in FCA, che secondo noi ancora non sconta la piena valorizzazione del marchio Jeep, mentre vogliamo vedere sul lungo termine come lavorerà il nuovo amministratore delegato”.
Gli Etf sull’auto
Tra gli strumenti europei con più FCA in portafoglio ci sono due Etp (Exchange traded product) che replicano l’indice Stoxx Europe 600 Automobiles&Parts, specializzato nel settore automobili e componenti, i cui emittenti sono iShares (BlackRock) e ComStage. In questo caso, non si può però parlare di sovrappeso rispetto al benchmark, in quanto la caratteristica degli Etf è proprio quella di replicarlo il più fedelmente possibile.
Ferrari nei fondi
A voltare pagina è stata anche Ferrari, dove Marchionne è stato sostituito nella carica di amministratore delegato da Louis Camilleri (presidente è diventato John Elkann). Il peso del Cavallino rampante sull’indice Ftse Mib è del 4,35% (al 30 giugno), ma alcuni fondi azionari Italia hanno un’esposizione superiore. E’ il caso di Investitori Piazza affari, un bilanciato flessibile con tre stelle, che ha poco meno del 6% nella casa di Maranello.
Il gestore, Stefano Ravelli di Investitori Sgr, detiene il titolo dalla quotazione, avvenuta all’inizio del 2016, e ha aumentato la posizione nel tempo. “Un cambio al vertice non era previsto”, ammette Ravelli. “Marchionne aveva dato vita a una nuova strategia: incremento dei volumi di vendita, mantenendo l’esclusività del brand. E da allora il titolo è andato molto bene in Borsa. Ora, penso che il vero catalyst sarà il piano industriale al 2022 che dovrebbe essere presentato a settembre. I target sull’utile operativo erano già stati annunciati ad aprile e sono molto ambiziosi, ma sono fiducioso nel loro raggiungimento”. Per quanto riguarda il nuovo amministratore delegato, il gestore ritiene positivo il fatto che fosse già nel consiglio di amministrazione, per cui conosce l’azienda; ma ha qualche motivo di preoccupazione perché non ha esperienza nel settore del lusso, il vero terreno di competizione del Cavallino rampante.
Il titolo è tra i principali anche nei portafogli di alcuni fondi azionari Europa con orientamento alla crescita (growth) o specializzati nel settore del lusso. In assoluto, però, lo strumento disponibile per gli investitori europei più esposto a Ferrari è iShares STOXX Europe 600 Auto & Parts, all’interno del quale rappresenta poco più del 6%.
CNH e la sostenibilità
Infine, l’avvicendamento ai vertici ha toccato anche CNH Industrial, dove la presidenza è stata affidata a Suzanne Heywood (prosegue intanto la ricerca già in atto in precedenza di un nuovo amministratore delegato). Il gruppo, specializzato nella produzione di veicoli commerciali, industriali e agricoli, è presente nel Ftse Mib con una quota del 2,69% (al 30 giugno); tuttavia, al 31 maggio, rappresenta circa il 9% del portafoglio del fondo Axa WF Framlington Italy, un azionario Italia con tre stelle e un Analyst rating pari a Bronze (report di Francesco Paganelli del 27 ottobre 2017). Il comparto, gestito da Gilles Guibout, è quello più esposto tra gli strumenti di risparmio gestito disponibili agli investitori italiani (ed europei). “La nostra posizione sul titolo non cambia”, afferma il manager di Axa IM. “Marchionne rappresentava una garanzia di creazione di valore nel medio termine, ma il suo impatto su CNH era limitato perché come chairman non occupava un ruolo operativo”.
La decisione di sovrappesare la società ha due motivazioni: “Ci interessava da un lato come leader mondiale nel segmento della produzione dei trattori e dall’altra per la ristrutturazione di Iveco (che è poi avvenuta)”, aggiunge Guibout. “Le discese del titolo possono diventare occasioni di acquisto”.
L’analisi dei fondi con in pancia più azioni della società ora guidata da Heywood mostra che ci sono diversi strumenti con mandato socialmente responsabile. Il fatto non deve stupire: in base alla ricerca di Sustainalytics ha una posizione leader nel suo settore con riferimento ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).
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