Asia amara per Fiat Chrysler Automobiles. Il calo degli utili nella regione, uniti a quello del segmento Maserati, ha costretto il management a tagliare le stime su ricavi e margini di profitto per il 2018. Le restrizioni tariffarie in Cina hanno fatto da freno alle vendite di Maserati, il cui utile è sceso da 152 di euro dello scorso anno a 2 milioni di euro, e hanno pesantemente danneggiato il risultato prodotto nella regione Asia Pacifico, passato da un profitto di 44 milioni di euro nel 2017 all’attuale perdita di 98 milioni di euro.
Male anche l’Ebit della joint venture cinese (che comprende le vendite dei modelli Jeep e Fiat prodotti localmente) sceso del 29% e il margine operativo della regione NAFTA (North America Free Trade Agreement, che comprende Stati Uniti, Canada e Messico) scivolato all’8%. Buone notizie arrivano dall’America latina dove, nonostante il negativo impatto dei tassi di cambio, si è registrato un miglioramento dei margini di profitto.
Sul fronte ricavi, invece, si registra un aumento del fatturato del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie al +9% nelle vendite nei paesi NAFTA e all’aumento dei volumi di Jeep e Alfa Romeo che hanno più che compensato lo sfavorevole andamento dei tassi di cambio. Mentre le entrate provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa si sono mantenute piatte.
Le stime di Fca e degli analisti
Sulla base di questi dati e delle aspettative negative sul versante Cina e tassi di cambio, il management ha tagliato le stime sui ricavi per l’esercizio 2018 da 125 a 115 miliardi di euro e quelle relative al reddito operativo, che erano superiori a 8,7 miliardi di euro, sono state ridotte all’intervallo 7,5-8 miliardi di euro. Gli obiettivi del piano quinquennale, che prevede nel 2022 un fatturato a quota 157 miliardi di euro e un EBIT nella forchetta tra 13 e 16 miliardi di euro (con un margine operativo compreso tra il 9% e l’11%).
“Le nostre previsioni indicano per il 2018 ricavi pari a 115,8 miliardi di euro e un EBIT di 7,4 miliardi di euro, appena sotto le guideline del management. Sebbene siamo consapevoli che la perdita di Sergio Marchionne sia un rischio concreto per il futuro del gruppo, il nostro modello sconta i risultati futuri previsti nel piano quinquennale e la nostra stima del fair value resta ferma a quota 25 euro”.
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