Gli industriali europei non perdono l’appeal tra gli investitori. Nonostante il comparto non sia scambiato ai prezzi più vantaggiosi, non mancano le possibilità di posizionarsi su titoli fortemente a sconto come Vestas Wind System e Veolia Environnement.
Vestas, il taglio dei costi fa bene alla redditività
Vestas opera in un mercato, come quello dell’energia rinnovabile, in cui si osserva un costante aumento della concorrenza per l’effetto dell’ingresso di importanti player come General Electric, Siemens e di molte aziende cinesi, e la cui domanda dipende ancora in maniera determinante dagli incentivi statali. Nonostante questo, le prospettive future restano interessanti. “L’energia eolica è l’unica fonte rinnovabile in grado di avere prezzi competitivi con quelle convenzionali come il gas naturale e il carbone, dunque crediamo che Vestas, leader nella produzione di turbine, possa beneficiare della crescente sensibilità da parte dell’opinione pubblica e dei governi di tutto il mondo verso le energie pulite”, dice Jeffrey Vonk, analista azionario di Morningstar.
“Negli ultimi anni abbiamo osservato una tendenza negativa della crescita dei prezzi delle turbine, ma in base alle nostre aspettative questo trend è destinato a esaurirsi a breve. In base alle nostre previsioni, il gruppo danese sarà in grado di riacquistare parte del potere contrattuale perso e di migliorare i margini di profitto grazie anche a un’attenta politica di razionalizzazione dei costi”.
I dati del secondo trimestre, che indicano una crescita dell’11% dei ricavi e un margine operativo al 25,2%, sono in linea con le stime degli analisti che per fine anno prevedono un aumento delle vendite del 3%. La valutazione del titolo è pari a 570 corone danesi e vale al momento a Vestas Wind System un rating Morningstar di quattro stelle (report aggiornato al 15 agosto 2018).
Veolia, margini in ripresa dopo aver toccato i minimi
Veolia Environnement è l’azienda francese leader nel settore della distribuzione dell’acqua, dal quale ricava il 45% del suo fatturato, e della gestione dei rifiuti, che le frutta circa il 33% dei ricavi complessivi. Il gruppo transalpino opera in comparti che hanno registrato nel recente passato una contrazione dei margini di profitto, ma che promettono di risollevarsi nel prossimo futuro.
Il business dell’acqua ha sofferto la decisione del governo francese nel 2015 di annullare tutti i contratti con una durata superiore ai 20 anni. Il gruppo si è ritrovato costretto a rinegoziare gli accordi a prezzi più bassi a causa della maggior concorrenza sul mercato e questo ha pesato sui margini di profitto. A sentire gli analisti, però, il peggio sembrerebbe alle spalle. Nei prossimi anni, infatti, la profittabilità dovrebbe risalirei dai minimi storici grazie anche all’attenta politica di razionalizzazione dei costi.
Discorso analogo vale per l’attività di gestione dei rifiuti. Qui i contratti sono di breve scadenza, dunque hanno una profittabilità più bassa, e i rendimenti del comparto hanno risentito della crisi economica che ha colpito il Vecchio continente. “Anche qui il peggio sempre passato: la ripresa della congiuntura nella regione avrà un effetto positivo anche sulla produzione di rifiuti, mentre la maggior esposizione ai mercati internazionali ridurrà la dipendenza da quello domestico”, dice Tancrede Fulop, analista di Morningstar.
“Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 2,2% e un’espansione del margine Ebit dall’attuale 5,2% al 7,5%. Sulla base di queste ipotesi stimiamo un fair value pari a 21,30 euro che vale al titolo un rating di 4 stelle” (report aggiornato all’1 agosto 2018).
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