Wall Street rallenta ma non si ferma. I titoli del mercato americano da inizio anno hanno guadagnato oltre il 5% (in USD al 23 agosto) e ora sono scambiate a un rapporto Prezzo/Fair value medio di 1,02. Nonostante i listini di New York chiudano in positivo il loro bilancio dal 2009 (fatta eccezione per le correzioni nel 2011 e nel 2015), le valutazioni non sono eccessive e non mancano le occasioni di investimento. In particolare tra quelle azioni che nell’ultimo periodo hanno sottoperformato il benchmark come Broadcom e Incyte.
Broadcom paga in Borsa il mancato accordo con Qualcomm
Broadcom ha perso quasi il 19% della sua capitalizzazione di Borsa da inizio anno, penalizzata dal tentativo fallito di acquisire Qualcomm, e ora è valutata a un tasso di sconto di oltre il 30% rispetto al fair value pari a 300 dollari (report aggiornato all’11 luglio 2018).
L’azienda americana è leader nell’industria dei semiconduttori e gli analisti di Morningstar le riconoscono una posizione di vantaggio all’interno di alcuni segmenti di prodotto come i chip utilizzati nella produzione di smartphone per via della qualità superiore della sua offerta.
“Broadcom si candida a rafforzare la sua leadership in seguito allo sviluppo della tecnologia 5G (relativa alla trasmissione di dati su dispositivi digitali), che richiederà l’utilizzo di microchip sempre più performanti, e all’espansione della domanda di servizi cloud. Inoltre, crediamo che l’azienda continuerà a crescere attraverso nuove acquisizioni come quella di CA Technologies (ultima in ordine temporale), società attiva nel segmento dei software e soluzioni informatiche”, dice Abhinav Davuluri, analista azionario di Morningstar. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 7,7%, in linea con le guideline del management, e un forte aumento del margine operativo che passerà dall’attuale 15% al 38,6% nel 2022”.
Incyte fa valere la sua posizione da monopolista
Il 2018, fino ad ora, è stato ancora più amaro per l’azienda del biotech Incyte, che ha accumulato un passivo di oltre il 26%. La società farmaceutica ha pagato in Borsa i deludenti dati del primo trimestre, ma secondo gli analisti di Morningstar il mercato non valuta in maniera adeguata la forte posizione di vantaggio di Incyte all’interno del settore.
“Il suo prodotto di punta, Jakafi, è il primo e unico medicinale approvato dalle Autorità del farmaco per il trattamento della mielofibrosi, una malattia rara del sangue. Questo garantisce all’azienda americana il monopolio in questa nicchia di mercato e dunque la possibilità di esercitare un forte potere contrattuale nei confronti delle strutture ospedaliere”, dice Karen Andersen di Morningstar. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo che l’autorizzazione a estendere l’adozione del Jakafi alla cura di nuove patologie e il debutto sul mercato di nuovi farmaci nel segmento oncologico faranno da traino alla crescita del fatturato. Ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 19% e stimiamo un fair value pari a 97 dollari” (report aggiornato al 31 luglio 2018).
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