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Wall Street ai massimi? Ecco cosa insegna la storia

Il comportamento dei listini americani ricalca quello di 20 anni fa: anche allora gli indici erano stati spinti dai forti rialzi di pochi titoli, ma la correzione che ne era seguita aveva livellato le valutazioni. Meglio, dicono da MIM, evitare i titoli troppo popolari.

Francesco Lavecchia 04/09/2018 | 12:12
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La storia si ripete, anche sui mercati azionari. Negli ultimi 10 anni i rendimenti dell’indice Morningstar US Market sono stati trainati dalle performance di un numero molto ristretto di azioni, esattamente come accadeva 20 anni fa. Da agosto 2008 a fine luglio 2018 il benchmark ha guadagnato l’8,5% (in dollari), ma a spingere il mercato statunitense sono state le Big dell’high-tech come Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (Google) e Facebook che nel periodo preso in esame hanno realizzato guadagni compresi tra il 400% e il 2.200%. La storia, si dice, aiuta a capire il presente. Allora quale lezione possiamo imparare dal lontano 1998?

“Esattamente come allora, anche oggi si tende a giustificare le valutazioni elevate di alcuni titoli con il particolare contesto macroeconomico, caratterizzato da tassi di interesse e inflazione su livelli molto bassi che hanno permesso alle Big company americane di registrare una forte crescita degli utili. Cosa è accaduto in seguito? La correzione dei listini nel corso del decennio successivo ha ridotto il gap in termini di Price/Earning tra le stock più popolari (che tutti compravano anche pagando prezzi molto elevati) e tutte le altre, riportando le valutazioni dei listini americani alla normalità.” dice Shehrya Khan analista di Morningstar Investment Management.

Come comportarsi con i titoli FAANG
Questo significa che bisogna dismettere le posizioni prese sui titoli cosiddetti FAANG? Le stime degli analisti dicono questo (Figura 1). Alphabet, e Facebook viaggiano attorno al loro fair value, Apple è scambiata con un premio del 30%, mentre Netflix, che negli ultimi 12 mesi ha più che raddoppiato il suo valore di mercato, si muove su prezzi tre volte più alti del suo fair value. Solo Amazon è scontata di circa il 10%, ma considerato l’alto grado di incertezza attorno alle sue previsioni gli analisti raccomandano di avere un atteggiamento prudente sul titolo.

“Quando Morningstar Investment Management sceglie i gestori attivi per costruire i propri portafogli di fondi di fondi evita quelli che comprano stock molto popolari cercando dei motivi validi che giustifichino le elevate valutazioni e al contrario tende a selezionare quelli che investono in aziende con solidi fondamentali, che promettono una forte crescita degli utili e che sono scambiate a prezzi convenienti. Questo è lo stesso consiglio che ci sentiamo di dare agli investitori”. 

Figura 1
Faang 04092018

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Alphabet Inc Class A172,49 USD-1,76Rating
Amazon.com Inc202,61 USD-4,19Rating
Apple Inc225,00 USD-1,41Rating
Meta Platforms Inc Class A554,08 USD-4,00Rating
Netflix Inc823,96 USD-1,59Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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