La fine degli studi è un passo importantissimo nella vita di tutti noi. Il naturale proseguimento, almeno in teoria, consiste nell’abbandonare lo status di studente e assumere quello di lavoratore. Chi dice lavoro, dice stipendio (si spera congruo) e quindi risparmio.
Se sei un neolaureato, o magari uno dei tuoi famigliari lo è, uno dei migliori regali che puoi farti/fargli è quello di impartire un po’ di saggezza finanziaria (naturalmente, un piccolo dono in denaro può aiutare a cementificare il messaggio). Spesso, piuttosto che una lunga lezione, sono i consigli concreti a fare centro. Ecco quindi cinque suggerimenti per chi si affaccia al mondo del lavoro e quindi anche del risparmio.
Meglio evitare i confronti inutili
Spesso, quando si fanno i primi passi nel mondo del lavoro, viene naturale confrontarsi con i propri coetanei, magari con chi ha fatto lo stesso percorso di studi. Chi ha trovato il lavoro migliore, lo stipendio più alto, la società più prestigiosa. Secondo una recente ricerca effettuata da Sarah Newcomb, economista comportamentale di Morningstar, il continuo confronto con i nostri pari, o, peggio ancora, con chi pensiamo stia facendo meglio di noi, non è affatto di aiuto al nostro benessere finanziario. Attraverso un sondaggio effettuato negli Stati Uniti su diverse centinaia di persone, Newcomb ha concluso che questi continui confronti sono associati a un maggior stress, una minore soddisfazione, a minori risparmi e complessivamente a dei sentimenti negativi sulla propria vita finanziaria. Al contrario, la ricerca ha concluso che gli intervistati con un modello da seguire in campo finanziario avevano maggiori probabilità di sentirsi sicuri della propria capacità di raggiungere i loro obiettivi.
Cominciare appena possibile, anche in piccole dosi
Albert Einstein definì l'interesse composto come l’ottava meraviglia del mondo e disse: “Chi lo capisce guadagna, chi non capisce paga”. Ecco perché è fondamentale cominciare a investire appena possibile, anche attraverso piccoli accantonamenti. Un investimento iniziale di soli 1.000 euro (magari un regalo di laurea), con ulteriori 100 euro di investimento ogni mese per 40 anni, ad un tasso non irragionevole del 7% annuo, arriverebbe a valere 280.000 euro.
Più si è giovani, più si dovrebbe rischiare
Ricollegandoci al consiglio precedente, in particolare al 7% di rendimento netto ipotizzato, occorre dire che gli investitori più giovani dovrebbero trarre vantaggio dai benefici che le asset class aggressive possono dare nel lungo periodo, in particolare le azioni, proprio perché non avranno bisogno di attingere ai propri risparmi per molto tempo. Ad esempio, secondo gli analisti di Ibbotson (società del gruppo Morningstar), i lavoratori sotto i trent’anni dovrebbero allocare tra l’80 e il 90% del proprio portafoglio in azioni. L’idea di base è quella di rimodulare la propria asset allocation periodicamente, man mano che si invecchia, diminuendo gradualmente il proprio livello di rischio.
Prepararsi ad eventuali delusioni
Sottolineare i vantaggi di un’allocazione aggressiva nel lungo periodo, non vuol dire essere ingenui. È sempre bene tenere a mente che il mercato azionario può vivere momenti difficili. Ad esempio, dopo quasi un decennio di fase rialzista, la volatilità è tornata a farsi sentire nel 2018 e probabilmente resterà per un po’. Come investitori, bisogna essere pronti a vivere momenti complicati. Questo ci porta al prossimo consiglio.
Avere sempre un cuscino di sicurezza
Avere fiducia nella propria strategia e nel lungo periodo è importante, ma nessuno ha la palla di vetro e le cose possono sempre andare male. Ecco perché è fondamentale avere una rete di sicurezza, un piccolo gruzzo per le emergenze, oltre a delle assicurazioni che ci coprano in campo sanitario, previdenziale e nel caso in cui non fossimo più in grado di onorare i debiti contratti. Le regola generale, come spesso ci ricorda Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar, è avere da parte una somma che ci permetta di coprire le nostre spese per almeno 4-6 mesi in caso di necessità.
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