Un portafoglio finanziario non deve essere giudicato solo dalle performance, ma anche dall’equilibrio che riesce a trovare tra rischio e rendimento nel lungo periodo. Un rapporto che, per sua natura, è precario e mutevole e che perciò deve essere continuamente ricercato tramite l’attività di diversificazione degli investimenti.
La diversificazione è un concetto che assume diverse forme e che non si limita alla ripartizione per asset class. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivi molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. Infatti, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large-cap, mid-cap e small-cap), del mercato di riferimento (paesi sviluppati o mercati emergenti) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.). È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili.
Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota come la correlazione tra i vari settori azionari sia cambiata nel corso degli ultimi cinque anni. Vediamo ad esempio industrie come quella tecnologica, delle biotecnologie o delle utility, che hanno sensibilmente diminuito la loro correlazione con gli altri settori. Ad esempio, i titoli tecnologici hanno segnato un coefficiente di correlazione con il settore delle telecomunicazioni dello 0,42 a cinque anni, crollato fino a -0,21 negli ultimi 12 mesi.
A questo proposito, vale la pena sottolineare come l’industria delle telecomunicazioni sia, secondo la ricerca di Morningstar, attualmente una delle più scontate dal mercato (rapporto prezzo/giusto valore pari allo 0,93 al 9 ottobre 2018).
Fonte: Morningstar
Interessante notare come invece l’oro abbia fatto il percorso inverso, in particolare in alcuni casi: la sua correlazione con il settore finanziario è passata da -0,17 a cinque anni a 0,25 a un anno. Oppure quella con il settore energetico, salita 0,30 a 0,81 nello stesso periodo.
I settori azionari oggetto dell’analisi sono elencati di seguito. I numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle.
- Azionari Settore Metalli Preziosi
- Azionari Settore Biotecnologia
- Azionari Settore Beni e Servizi di Consumo Discrezionali
- Azionari Settore Beni e Servizi di Largo Consumo
- Azionari Settore Energia
- Azionari Settore Servizi Finanziari
- Azionari Settore Salute
- Azionari Settore Tecnologia
- Azionari Settore Beni Industriali
- Azionari Settore Comunicazioni
- Azionari Settore Servizi di Pubblica Utilità
- Azionari Settore Agricoltura
- Azionari Settore Energie Alternative
- Azionari Settore Infrastrutture
- Azionari Settore Risorse Naturali
Fonte: Morningstar Direct
Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.
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