Gli investimenti in robotica, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione hanno in comune la caratteristica di essere tematici. Il loro focus, infatti, non è un settore, ad esempio i beni di consumo, né un’area geografica; bensì un trend che non si è ancora manifestato interamente. Gli Etf (Exchange traded fund) di questo tipo stanno diventando sempre più popolari in Europa.
Secondo un recente studio curato da Kenneth Lamont, analista sulle strategie passive di Morningstar, dal titolo Picking your dream theme, le masse gestite nel Vecchio continente ammontano a 6,8 miliardi di euro per un totale di 31 prodotti. Il mercato, tuttavia, è concentrato in poche mani: cinque Etf tematici coprono il 73% degli asset totali e due, iShares Automation & Robotics e L&G ROBO Global Robotics and Automation, il 48%.
I grandi temi
Lamont identifica tre grandi gruppi tematici: tecnologia, ambiente e società. Il primo è il più grande in termini dimensionali, grazie soprattutto a robotica e automazione. Segue l’environment, il cui focus è sulle risorse naturali, in particolare l’acqua. Infine, sono più recenti i prodotti specializzati in trend come l’invecchiamento della popolazione e le diversità di genere.
“Considerato il successo della robotica, ci aspettiamo altri Etf tematici nel segmento tecnologico nei prossimi anni”, spiega Lamont. “Il focus potrebbe essere su cloud computing, intelligenza artificiale ed e-commerce. Inoltre, diverse società di gestione stanno entrano nel campo degli indicizzati e queste strategie appaiono come interessanti punti di ingresso”.
I protagonisti
Tra gli emittenti, iShares ha in gestione le masse più grandi in questo segmento, seguito da Legal & General. Gli altri provider includono società che hanno inserito gli Etf tematici nella loro ampia gamma di replicanti, come Lyxor, Amundi e Ubs, e realtà di dimensioni più piccole come VanEck e First Trust.
Un alto tasso di mortalità
La popolarità degli Etf tematici non va confusa con le probabilità di successo. “In Europa, il 35% dei prodotti di questo tipo non è riuscito a sopravvivere, dice Lamont. “La percentuale sale all’80% per i fondi lanciati prima del 2012. Per avere un termine di paragone, meno della metà degli indicizzati azionari è stato chiuso nello stesso periodo”. In base ai dati Morningstar, solo due dei 18 strumenti liquidati sono riusciti, per un breve periodo di tempo, a superare i 100 milioni di euro di asset.
Secondo l’analista di Morningstar, le alte commissioni hanno sicuramente contribuito all’insuccesso, ma il quadro è più complicato. “Indipendentemente dalla ragione specifica, la storia suggerisce che, anche se scegliamo un tema vincente, siamo fortunati se vive così tanto a lungo da diventare profittevole”, conclude Lamont.
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