L’arresto di Meng Wanzhou, figlia del Patron di Huawei e CFO dell’azienda cinese produttrice di smartphone (accusata di aver violato l’accordo che disciplinava i rapporti commerciali con l’Iran) fa ripiombare i listini statunitensi nel panico proprio quando i toni distensivi di Donald Trump lasciavano intravedere un lieto fine al lungo braccio di ferro tra Washington e Pechino sui dazi doganali.
I timori per una nuova guerra commerciale hanno fatto scattare forti vendite, con l’indice Morningstar US Market che ha ceduto quasi il 2,5% (in dollari) nell’ultima ottava. I ribassi, dicono gli anaoisti di Morningstar, hanno creato le condizioni per posizionarsi su titoli americani di qualità come Bank of America e Bank of New York Mellon a prezzi convenienti.
La ristrutturazione ha fatto bene a Bank of America
Bank of America (BAC) ha completato la ristrutturazione del suo business ed è ora in prima linea per beneficiare dell’incremento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Dopo le sfortunate acquisizioni di Merrill Lynch e Countrywide Financial, il management della banca ha faticato parecchio a semplificare le operazioni e a snellire la struttura dell’azienda, ma ora iniziano a vedersi i risultati: il Tier 1 della banca è salito al 25%, a dimostrazione della sua ritrovata stabilità finanziaria, è stato chiuso quasi il 25% delle filiali e il forte investimento in nuove tecnologie ha permesso di razionalizzare il personale e di semplificare la gestione dei servizi.
Nonostante il radicale taglio delle filiali, Bank of America resta il primo istituto di credito negli Usa per i depositi bancari. Questo gli garantisce la possibilità di finanziare le proprie attività a costi più bassi rispetto alla media. BAC, inoltre, è in grado di offrire una molteplicità di servizi e questo aumenta il grado di fidelizzazione della sua clientela che continua a depositare il proprio denaro nonostante la bassa remunerazione offerta.
Gli analisti hanno recentemente alzato la stima del fair value del titolo da 29 a 33 dollari in seguito al miglioramento delle previsioni per i prossimi cinque anni che indicano una crescita media degli utili del 22%. Il calo del 10% (in dollari) registrato nell’ultima ottava ha fatto prodotto per il titolo l’upgrade nel Morningstar Rating da 3 a 4 stelle (report aggiornato al 4 dicembre 2018).
BNY Mellon scontata del 15%
Nello stesso periodo Bank of New York Mellon ha perso il 7% (in dollari), vanificando il rally seguito alla notizia degli acquisti fatti dalla Berkshire Hathaway (13 milioni di dollari che hanno fatto salire la partecipazione al 7,9% del capitale sociale della banca) e portando il tasso di sconto sul fair value a quota 15% (report aggiornato al 19 novembre 2018).
BNY Mellon è una delle due più grandi banche depositarie al mondo e sebbene i suoi servizi siano sostanzialmente indifferenziati e a basso valore aggiunto, le elevate economie di scala, le barriere all’ingresso di nuovi competitor e il forte potere contrattuale nei confronti della clientela (aziende, investitori e istituzioni finanziarie) le permettono di mantenere una redditività del capitale superiore alla media (Economic moat).
“Siamo convinti che BNY Mellon continuerà a beneficiare di alcuni trend favorevoli in atto nel settore finanziario come l’aumento del livello di regolamentazione che spingerà gli asset manager a esternalizzare le loro operazioni di back-office e prevediamo per i prossimi cinque anni una crescita media degli utili del 6%”, dice Greggory Warren analista azionario di Morningstar.
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