12 scatti sui mercati finanziari nel 2018

La volatilità è tornata protagonista dopo il rally delle Borse mondiali che durava da anni. Brexit e le tensioni tra Italia e Unione europea hanno fatto soffrire gli investitori. Così come i venti di guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la questione turca e la battuta d’arresto dei tecnologici.

Sara Silano 21/12/2018 | 09:09
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Gennaio
Abbiamo cominciato il 2018 con un mercato decisamente surriscaldato. Secondo le statistiche di Morningstar, circa il 60% delle azioni quotava sopra il fair value (il valore considerato equo). Successivamente, le valutazioni si sono molto raffreddate, come si può vedere nella mappa qui sotto, che confronta il 2017 con il 2018. L’arancione indica le Borse sopravvalutate; l’azzurro quelle sottovalutate. Tra queste ultime, c’è Piazza Affari.

Valutazioni azionarie a confronto 2018 vs 2017

Febbraio
Il Toro mostra per la prima volta dal 2009 i segni di debolezza. In scia a Wall Street, i listini scendono bruscamente dopo i dati sull’occupazione americana, i migliori da otto anni a questa parte. Perché un indicatore positivo fa scaturire una reazione così negativa? Diverse le ipotesi, tra cui i timori di un rialzo dei tassi più rapido del previsto da parte della Federal Reserve e le valutazioni troppo alte, ben oltre il valore intrinseco delle aziende.

Performance mercati 2018

Marzo
In Italia, il risultato delle elezioni politiche del 4 marzo segna l’inizio di un periodo di incertezza. L’incarico a Giuseppe Conte di formare il nuovo governo avviene solo il 23 maggio, quando si forma una coalizione tra la Lega e il Movimento 5 stelle. Dalla primavera, il mercato azionario italiano è stato sull’ottovolante. Se un investitore avesse allocato 10 mila euro nel paniere di Piazza Affari (indice Morningstar Italy) subito dopo il voto, oggi si troverebbe con 8,73 mila euro e avrebbe realizzato una perdita superiore a quella del benchmark europeo (si veda il grafico qui sotto).

Crescita di 10 mila euro investiti nell'indice Morningstar Italy

Aprile
I timori di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina sono sempre più concreti. Pechino risponde ai dazi su acciaio e alluminio imposti dall’America, fissando imposte su centinaia di beni provenienti da oltreoceano. Si inizia a parlare di una nuova guerra fredda, ma più di recente il clima è diventato più disteso. Indipendentemente dalle dispute tra i due paesi, l’ex Celeste impero deve fare i conti con importanti sfide economiche interne per continuare a crescere: alto livello di indebitamento, deleveraging, investimenti in infrastrutture e politiche monetarie e fiscali.

Maggio
A fine aprile avviene lo storico incontro tra i leader della Corea del Nord e del Sud, Kim Jong-un e Moon Jae-in, che si conclude con la decisione di porre fine formalmente alla guerra, dopo 65 anni dalla divisione del territorio lungo il 38° parallelo. Ma la notizia non basta a tranquillizzare i mercati globali, in particolare quelli emergenti, dove aumenta la volatilità. Si interrompe il rally cominciato nel 2016. Una delle ragioni è il rafforzamento del dollaro, ma nel corso del 2018  si tengono anche importanti tornate elettorali in diversi paesi in via di sviluppo, tra cui Turchia, Colombia, Paraguay e Venezuela, Messico e Brasile.

Confronto tra l'indice Morningstar EM e Globale

Giugno
A fine maggio, una vera bomba d’acqua colpisce i mercati obbligazionari europei. Lo spread (differenziale) tra i titoli di Stato italiani (BTp) e tedeschi (Bund) schizza a 300 punti base a causa dell’incertezza politica e delle prese di posizione anti-euro del governo giallo-verde. Un movimento senza precedenti caratterizza le scadenze brevi (1-3 anni). A pagare il conto più salato sono stati gli investitori in fondi obbligazionari in euro. Con un debito pubblico di 2,3 mila miliardi di euro, l’Italia rappresenta, infatti, circa il 25% del paniere degli indici euro government bond. Lo spread torna di nuovo a salire in ottobre con la bocciatura della manovra di bilancio da parte della Commissione europea e le difficoltà per trovare un’intesa.

Andamento dell’indice JPM Italy Government bond 1-3 anni da gennaio 2018

Indice JPM Italy government bond

Luglio
Il 24 luglio scompare Sergio Marchionne e si chiude un’era per la galassia del Lingotto. Al suo posto viene nominato Mike Manley come amministratore delegato di Fiat Chrysler e Louis Camilleri come Ad di Ferrari. La presidenza di CNH Industrial, invece, viene affidata a Suzanne Heywood. Secondo Richard Hilgert, senior equity analyst di Morningstar, “A causa dell’uscita anticipata del suo Ad, FCA rischia di risentire della mancanza di una figura di carisma e competente che ha gestito con successo la trasformazione del gruppo italo-americano. Tuttavia, il lungo mandato di Marchionne (in carica dal 2004) ha contribuito a cambiare in maniera significativa la cultura organizzativa dell’azienda e questo è un asset che rimarrà”.

Agosto
Per Piazza Affari è un’estate da bollino rosso. Nel solo mese di agosto, l’indice Morningstar Italy perde l’8,55%. Soffrono i titoli bancari, che pesano il 38,5% nel benchmark, a causa soprattutto della crisi turca, in quanto gli istituti italiani sono i secondi, dopo gli spagnoli, per prestiti ad Ankara. Ma su Borsa italiana pesa anche il crollo di Atlantia, la società che gestisce in concessione, attraverso Autostrade per l’Italia, la rete di circa 3 mila km di autostrade nella penisola, in seguito alla tragedia del ponte Morandi a Genova. Le metriche finanziarie suggeriscono che il titolo è a sconto. Ma i criteri di sostenibilità utilizzati da Sustainalytics indicano un livello di rischio molto alto. 43 morti, centinaia di evacuati e ingenti danni a un nodo autostradale cruciale hanno avuto un severo impatto sull’ambiente e la comunità locale, oltre ad aver posto un serio rischio per l’azienda.

Settembre
Shinzo Abe viene rieletto per la terza volta consecutiva come presidente del partito Liberaldemocratico, il che gli consente di estendere il suo mandato di primo ministro del Giappone fino a settembre 2021, diventando quindi il premier durato in carica più a lungo nella storia giapponese. La sua politica delle “tre frecce” (fiscale, monetaria e delle riforme strutturali) ha portato benefici all’economia, ma la lotta alla deflazione è tutt’altro che conclusa.

Ottobre
A Wall Street, il settore tecnologico subisce una battuta d’arresto dopo un rally che durava dal 2009. Ad essere colpiti di più sono i titoli che avevano guidato la crescita, primo fra tutti Apple, all’indomani del raggiungimento del picco di valutazione di mille miliardi di dollari, un livello mai toccato da nessuna azienda prima. I mercati rimangono colpiti dalla velocità del sell-off, ma per gli analisti di Morningstar in qualche modo c’era da aspettarselo dato che l’industria hi-tech era sopravvalutata con un rapporto prezzi/fair value di 1,075 a fine agosto 2018.

Indice Morningstar US Technology da inizio anno

 Indice Morningstar US technology 2018

Novembre
Il 6 novembre si tengono le elezioni di medio-termine negli Stati Uniti, le più importanti dopo le presidenziali. La Camera dei Rappresentanti finisce ai democratici, mentre il Senato rimane ai repubblicani. L’esito fa rumore nell’immediato, ma non ha grandi impatti sui portafogli degli investitori. Il quotidiano della politica interessa generalmente poco ai mercati e all’economia. Più forte è l’impatto del brusco calo del prezzo del petrolio. Diverse le cause, dai timori per un rallentamento della congiuntura globale alla decisione dell’Opec (la principale organizzazione dei produttori di greggio) di aumentare la produzione. Sfumano i timori di una carenza di materia prima che avevano spinto al rialzo le quotazioni del barile all’inizio dell’anno.

Andamento dell’indice Morningstar WTI Crude Commodity da inizio anno

Andamento prezzo del petrolio 2018

Dicembre
Brexit finisce nel caos. Dopo l’approvazione il 25 novembre da parte dell’Unione europea dell’accordo per l’uscita della Gran Bretagna, il primo ministro inglese Theresa May si trova costretta a rimandare il voto in Parlamento e l’ala più oltranzista del suo partito, quello conservatore, chiede il voto di sfiducia. Ma il premier rimane in sella. Gli sviluppi futuri rimangono difficili da prevedere e i mercati non possono escludere lo scenario peggiore, quello di un addio del Regno Unito senza un accordo con l’Europa. Intanto, la Banca centrale europea conferma la fine del Quantiative easing (politiche monetarie ultra-espansive) entro dicembre, ma la normalizzazione sarà graduale. L’istituto centrale fa sapere che i tassi di riferimento dovrebbero rimanere invariati almeno fino all’estate 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione torni sui livelli prossimi al 2% nel medio termine.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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