Mentre il mercato obbligazionario globale sonnecchia, quello del debito emergente prova a dare un po’ di soddisfazione agli investitori.
Nell’ultimo mese la categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono nel debito governativo a livello mondiale ha segnato (fino al 24 dicembre e in euro) +0,07%. Nello stesso periodo il segmento dedicato agli strumenti che puntano sulla carta government emerging in valuta locale ha segnato +0,7%, mentre quello riservato al debito in hard currency ha segnato +1%.
Opportunità fra gli emerging?
Questo significa che le opportunità vanno cercate fra i mercati in via di sviluppo che, dopo un periodo travagliato, sembrano dare segni di risveglio? “I recenti momenti difficili del settore mettono in luce i rischi di investire nel debito del mercato emergente”, spiega Mara Dobrescu, fund analyst di Morningstar. “Molti paesi emerging hanno un deficit delle partite correnti o problemi di bilancio e sono, in generale, molto dipendenti dalle esportazioni”. Un esempio è la Cina che per molti anni ha venduto all’estero più beni rispetto a quelli che ha importato e che, nel primo trimestre del 2018, ha registrato un’inversione di tendenza. Un dietrofront che non si vedeva dal 2001.
Più in generale, a far preoccupare gli investitori sulla situazione degli emergenti è l’aumento del prezzo del petrolio. E’ vero che il valore della materia prima sta mostrando fasi di debolezza. Ma le previsioni di Morningstar, ad esempio, vedono una quotazione di 55 dollari al barile per il prossimo anno (qualità WTI) rispetto ai 46 dollari circa di questi giorni. “Paesi come India e Indonesia sono grandi importatori di oro nero e con la crescita dei prezzi la loro situazione rischia di peggiorare”, dice Dobrescu. Senza contare che molte nazioni emergenti sono partner d’affari della Cina e problemi come la guerra delle tariffe con gli Usa o il rallentamento della prima economia emergente mondiale potrebbero avere effetti sulla loro situazione congiunturale.
“Il debito dei paesi emergenti denominato in hard currency ha fatto peggio rispetto ad altri asset rischiosi come, ad esempio, i corporate bond high yield quest’anno”, spiega Dobrescu. “Nonostante questo, molti gestori di fondi dedicati a questi mercati sono convinti che il segmento offra delle interessanti opportunità d’investimento e che le valutazioni attuali siano degli entry point da prendere in considerazione”.
Nella tabella seguente sono elencati i fondi con Analyst rating che puntano su carta emergente denominata in hard currency
Visita il mini-sito Morningstar dedicato a MIFID II.
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