I dati macro sostengono i fondamentali, mentre le perdite degli ultimi dodici mesi rendono attraenti le valutazioni di mercato. Le previsioni degli analisti di Morningstar indicano un’importante crescita dei ricavi e dei margini di profitto per le aziende del settore manifatturiero e la negativa performance in Borsa delle società del comparto (l’indice Morningstar Global Industrials ha ceduto oltre il 10% in euro all’11 gennaio 2019) ha fatto scendere progressivamente il rapporto Prezzo/Fair value medio da 1,18 all’attuale 0,9. Le occasioni di investimento non mancano e tra queste vi sono Wesco, Rolls-Royce e General Electric.
Rolls-Royce leader di mercato
Rolls-Royce è una delle poche aziende al mondo in grado di progettare e produrre motori per aerei civili e militari ed è riuscita a guadagnarsi una forte posizione di vantaggio competitivo grazie al valore dei suoi marchi e al forte potere contrattuale nei confronti della clientela. La capacità di determinare il prezzo di vendita da parte del gruppo britannico deriva dagli elevati investimenti in ricerca e sviluppo che gli permettono di offrire sul mercato prodotti all’avanguardia tecnologica. Mentre il forte grado d’integrazione nei processi di produzione delle aziende cliente la mettono al riparo dalla concorrenza sul prezzo, cosa che si traduce in una profittabilità superiore alla media.
“L’azienda detiene una quota del 35% nel segmento degli aeromobili di grosse dimensioni, ma crediamo che questa possa ulteriormente salire in seguito al debutto sul mercato dei modelli di ultima generazione. L’elevata base di propulsori installati è uno dei principali punti di forza di Rolls-Royce poiché le garantisce un flusso di liquidità stabile per via degli introiti derivanti dal segmento della manutenzione e assistenza e le permette di mitigare l’impatto negativo sui suoi conti prodotto dal calo della spesa nel settore difesa”, dice Denise Molina, analista di Morningstar. “Abbiamo recentemente alzato il fair value del titolo da 10,10 a 11,40 sterline per tenere conto dei benefici prodotti dall’opera di razionalizzazione dei costi. Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo infatti un miglioramento del margine operativo dall’attuale 3% all’8% nel 2023, mentre i ricavi sono previsti in crescita a un ritmo del 3,3%” (report aggiornato al 18 dicembre 2018).
Le economie di scala fanno ricca Wesco
All’interno del settore industriale Wesco assolve al ruolo di intermediario tra aziende fornitrici di manufatti e aziende clienti. Questi ultimi considerano il gruppo americano come un punto di riferimento per tutte le esigenze relative alla propria catena di fornitura e trovano valore nel vasto assortimento di prodotti che la sua rete di fornitori può offrire e nella possibilità di semplificare il processo di approvvigionamento. I fornitori, invece, sono attratti dalla grande base di clienti di Wesco e la vedono come una fonte di crescita per il loro business.
Wesco opera in un settore altamente frammentato, ma grazie alle elevate economie di scala è riuscita a realizzare un vantaggio di costo rispetto ai competitor e dunque a garantirsi una redditività del capitale superiore alla media (Economic moat).
“L’azienda opera in settori legati al ciclo economico, ma nonostante questo ha dimostrato di essere sempre in grado di generare elevati flussi di cassa anche in contesti macroeconomici sfavorevoli. La liquidità prodotta negli anni è stata largamente investita in nuove acquisizioni, iniziative per stimolare la crescita organica del business e nel riacquisto di azioni proprie, e siamo convinti che anche in futuro il management continuerà su questa linea”, dice Brian Bernard analista azionario di Morningstar. “Ci aspettiamo che la ripresa del settore manifatturiero e gli investimenti fatti permetteranno a Wesco di tornare a crescere a un ritmo medio del 5% nei prossimi cinque anni ritmi e stimiamo un fair value pari a 87 dollari” (report aggiornato all’1 novembre 2018).
General Electric paga gli errori del passato
General Electric promette di generare rendimenti del capitale superiori alla media ancora per molti anni per effetto di una forte posizione di vantaggio in ognuno dei segmenti in cui è attiva: dai trasporti a quello aerospaziale, dalle energie rinnovabile all’Oil & Gas, a cui si aggiungono quello healthcare e dei sistemi di illuminazione. I punti di forza del gruppo sono un ampio portafoglio di brevetti, frutto d'ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, economie di scala che garantiscono un vantaggio di costo rispetto ai competitor e rapporti di lunga durata con i clienti.
“Il gruppo americano ha perso in Borsa oltre il 50% negli ultimi 12 mesi a causa di una cattiva gestione da parte del precedente CEO Jeff Immelt il quale, con scarso successo, ha cercato di portare avanti in parallelo la razionalizzazione dei business del gruppo e il lancio di nuovi prodotti in alcune aree critiche come quella dell’aviazione e dell’energia”, dice Keith Schoonmaker di Morningstar. “Ci aspettiamo che sotto la nuova guida di John Flannerey General Electric possa ripartire nell’operazione di snellimento delle sue attività cercando di valorizzare al massimo quelle cardine come energia, salute e aviazione, dalle quali ricava oltre i tre quarti del suo giro d’affari complessivo. Il gruppo è in prima fila per trarre vantaggio dagli investimenti in infrastrutture da parte del Governo americano e stimiamo per i prossimi cinque anni un tasso di crescita media del fatturato del 4,2%. Il fair value del titolo è stimato pari a 13,90 dollari” (report aggiornato al 19 dicembre 2018).
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