Diversi spettri si aggirano per i mercati dell’Europa. Ma, dicono gli analisti di Morningstar, queste ombre possono creare opportunità di investimento.
L’indice Morningstar Europe in un mese ha guadagnato (fino al 5 febbraio e in euro) il 6,5%, portando a +8,5% la performance da inizio anno. Un risultato confortante, considerando le discese viste soprattutto sul finale del 2018, ma non ancora sufficiente a recuperare la performance dell’intero anno passato (-11%).
Indice Morningstar Europe
Dati in euro aggiornati al 5 febbario 2019
Fonte: Morningstar Direct
A livello di categorie Morningstar dedicate all’equity del Vecchio continente, nel segmento large cap, quella destinata ai fondi che investono con stile blend in un mese ha guadagnato, mediamente, il 7%. Quella riservata ai growth è cresciuta del 7,8% e quella dei value del 6,7%. Il comparto dei prodotti medium cap è salito dell’8,45%, mentre quello degli strumenti small ha visto un progresso del 7,9%.
“Ci sono ancora molti motivi di apprensione in giro per il mondo. Soprattutto, in Europa, dove i pericoli sono montati nel corso del tempo”, spiega David Brenchley, analista di Morningstar. “L’Italia è al centro di queste preccupazioni dopo che la sua economia, in seguito a due scivolate consecutive, è entrata in recessione tecnica (leggi qui un approfondimento). La Germania per un soffio ha evitato la stessa fine, mentre le proteste in Francia fanno rischiare grosso al paese. Dal punto di vista degli investimenti, l’Europa ha fatto meglio dell’indice generale Msci World (in dollari) solo due volte negli ultimi nove anni e, da inizio 2019, continua a rincorrerlo. Questo suggerisce che le azioni europee siano a sconto”.
Auto occasioni
Uno dei segmenti che gli analisti di Morningstar ritengono più interessanti, in termini di valutazioni, al momento è quello dell’auto. Il paniere STOXX Europe 600 Automobile&Parts in un anno ha perso il 30% circa. Il tutto mentre gli operatori osservano la formazione di una tempesta perfetta sul settore che potrebbe scatenarsi anche sul Vecchio continente. Carlos Ghosn, una delle figure centrali dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi è in cella in Giappone, accusato di pratiche di governance illecite. Le vendite di auto in Europa e in Cina stanno scendendo e gli scandali sulle emissioni hanno minato la fiducia dei clienti nei costruttori. I governi nei paesi sviluppati, intanto, stanno limitando l’uso dei veicoli a gasolio nelle grandi città, mentre il passaggio ad auto elettriche ed ibride richiede alle case auto pesanti investimenti per trasformare la produzione.
“Se aggiungiamo a tutto questo i rischi di Brexit e di una guerra commerciale fra Usa e Cina, sembra esserci poca speranza all’orizzonte”, spiega Richard Hilgert, analista di Morningstar. “Le azioni auto europee hanno già incorporato nei prezzi alcuni dei rischi a cui va incontro il settore. Le valutazioni ora sono interessanti. Il comparto auto, storicamente, è sempre stato in grado di far fronte alle situazioni geopolitiche adattando produzione e forniture per ottimizzare i rendimenti nel lungo periodo. Per questo riteniamo che il mercato abbia punito eccessivamamente alcuni titoli, trasformandoli in opportunità di investimento”. Fra le varie categorie Morningstar dedicate all’equity del Vecchio continente, quella dove sono più presenti i titoli auto è quella Eurozone Large cap. Nella tabella sotto sono elencati i fondi in cui i titoli delle quattroruote hanno la maggiore presenza netta.
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