L’eredità di Bill Gross

Il guru del reddito fisso andrà in pensione a inizio marzo. Gli ultimi anni, sono stati una nota stonata di una carriera impareggiabile che ha cambiato il modo di investire in obbligazioni.

Sara Silano 19/02/2019 | 09:27
Facebook Twitter LinkedIn

Il “re dei bond” va in pensione. Dal 1° marzo, Bill Gross, co-fondatore di PIMCO e gestore del fondo Janus Henderson Global unconstrained bond uscirà dalle scene dei mercati finanziari. Agli investitori che lo hanno conosciuto solo negli ultimi anni, lascerà il ricordo di un periodo incerto e con pochi successi. Per chi sa tutta la sua storia, invece, rimarrà l’idea di un guru, un solista che è diventato direttore d’orchestra.

Gross costituì PIMCO nel 1971, insieme a Jim Muzzy e Bill Podlich, a Newport Beach, in California. Allora, le strategie sul reddito fisso erano molto semplici: comprare e tenere un titolo fino a scadenza e focalizzarsi sui rendimenti. Raramente, si cercava di trarre vantaggio dalle inefficienze del mercato, dai disallineamenti di prezzi e dai premi per l’illiquidità delle obbligazioni. Gross, invece, ha cominciato a utilizzare la ricerca fondamentale sul credito per decidere quando acquistare e vendere, in base al fatto che le emissioni fossero a buon prezzo o care. “E’ stato un pioniere e l’industria l’ha seguito”, dice Eric Jacobson, senior analyst di Morningstar. “Spesso i suoi portafogli avevano yield più bassi, ma la gestione olistica nel lungo termine è stata vincente”.

Una carriera da gestore
Il “re dei bond”, come viene definito nell’industria finanziaria, è sempre rimasto fedele alla sua attività core, fare il gestore, lasciando ad altri gli aspetti amministrativi e manageriali di PIMCO. Allo stesso tempo, essendo stato tra i fondatori non ha mai permesso alla società di piegarsi alle logiche commerciali e di marketing, lanciando, ad esempio, prodotti alla moda, con il solo intento di accrescere il business. Questa strategia ha premiato. Nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria, molti altri gestori, creduti delle star, hanno subito forti deflussi per le pessime performance; al contrario la società di Newport Beach ha evitato il peggio, attirando nuovi clienti”, ricorda Jacobson.

La sfida delle dimensioni
Il suo fondo storico, PIMCO Total return (disponibile anche nella versione europea dal 2006), ebbe un tale successo da diventare troppo grande per essere gestito con la flessibilità necessaria a far sì che la selezione di un singolo titolo potesse aggiungere valore. Ma Gross non decise mai di chiuderlo; preferì far lavorare in modo collegiale gestori e analisti e prestare ascolto agli input che venivano dal Comitato d’investimenti e dagli Economic forum, in particolare sugli scenari macro e sulle scelte relative all’esposizione ai tassi o al posizionamento sulla curva dei rendimenti, fattori sempre più importanti con un patrimonio così grande. Si circondò, dunque, di economisti e professionisti degli investimenti molto esperti per studiare ogni singolo dato proveniente dalle Banche centrali di tutto il mondo, dal settore del reddito fisso e dai trend ciclici e secolari dei mercati.

La storia non si ripete
L’ultimo capitolo della sua carriera lavorativa non è stato esaltante. Nel settembre 2014, annuncia l’uscita da PIMCO e molti investitori riscattano le somme investite nel suo fondo flagship, tanto negli Stati Uniti, quanto in Europa. Per la società inizia una fase buia che durerà due anni. Quando Gross lasciò, la strategia Total return valeva 377 miliardi di dollari in termini di patrimonio gestito a livello globale; a settembre 2017 era scesa a 155 miliardi. Nel quarto trimestre 2014, rappresentava più del 25% degli asset complessivi della società di gestione, una percentuale che non era eguagliata da nessun altro fondo della gamma. Poi avviene la ripartenza, perché il temuto addio di altri gestori senior non si verifica; al contrario, il team trova un nuovo punto di equilibrio e può contare sul lavoro del Comitato d’investimenti e sulle competenze di Dan Ivascyn, Chief investment officer e managing director.

Contrariamente alle attese di molti, Gross non riuscì a spostare masse di capitali verso il suo nuovo fondo, il Janus Henderson Global unconstrained bond. La versione americana, secondo i dati di Morningstar, a fine dicembre 2018 aveva meno di un miliardo di dollari di patrimonio, con il 50% delle quote in mano a Gross e alla sua famiglia. Il clone europeo è di gran lunga più piccolo. “Il gioco non è sempre uguale”, commenta Jacobson. “Gli ultimi anni sono stati sicuramente una macchia nella sua storia. Ma ha lasciato un’eredità come fondatore di PIMCO e manager pluridecennale della strategia Total return che è impareggiabile”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Janus Henderson ARI Opp A2 USD11,57 USD0,97Rating
PIMCO GIS Ttl Ret Bd E USD Acc27,02 USD1,08Rating

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures