Qualcosa è cambiato per i bond emergenti

I problemi che avevano condizionato l’asset di investimento adesso hanno meno peso e la carta dei paesi in via di sviluppo ha ricominciato a correre. Restano aperte le questioni Cina e Venezuela.

Marco Caprotti 21/02/2019 | 09:39
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Il 2019 sembra cominciato con un altro passo per il debito del mercato emergente. Ma Cina e Venezuela restano due note dolenti del segmento. La categoria Morningstar dedicata alle emissioni degli emerging in valuta forte da inizio anno (in dollari e fino al 12 febbraio) ha guadagnato il 5,2%, mentre quella riservata a chi investe nelle emissioni locali è salita del 5,1%. Una decisa accelerazione rispetto al 2018, quando i due segmenti hanno segnato, rispettivamente, -1,4% e -1,3%.

La tabella sotto elenca i fondi della categoria Morningstar Emerging market bond con Analyst rating positivo.

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La tabella sotto elenca gli Analyst rating dei fondi della categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono in bond in valuta locale.
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Cosa è cambiato
“Alcuni degli elementi che avevano condizionato i mercati nel corso del 2018 hanno iniziato a perdere peso”, spiega David Brenchley, analista di Morningstar. “Il dollaro si sta indebolendo; la Fed sta prendendo tempo riguardo la possibilità di procedere con altri rialzi; Usa e Cina stanno valutando la possibilità di rimandare la guerra sulle tariffe”.

Ci sono poi le stime sull’andamento degli emerging, anche rispetto ai mercati sviluppati. Fra le ultime, quelle del Fondo monetario internazionale, secondo cui i paesi developed passeranno da una crescita del 2% vista nel 2018, a un +2% e un +1,7% nel 2019 e nel 2020. Per quanto riguarda gli emerging, le stime vedono un 2019 con +4,5% (4,6% nel 2018) e +4,9% l’anno prossimo. “Al di là dei valori, secondo i gestori si tratta di trend importanti”, spiega l’analista. “Questo perché il cosiddetto EM-DM growth premium – la differenza di crescita fra emergenti e sviluppati – è strettamente legata alla performace della valute emerging”. Quando il differenziale è sceso dal 6% del 2009 al 2% del 2015 a causa del rallentamento dei mercati emergenti, le valutazioni delle divise dei paesi in via di sviluppo sono scese di un terzo.

Una delle caratteristiche dei bond dei mercati emergenti è quella, nel lungo termine, di dare più rendimento rispetto alla carta Usa. “Abbiamo messo a confronto la differenza relativa di yield e duration fra i bond governativi EM in dollari e il credito Usa (il calcolo è stato fatto utilizzando lo spread corretto per le opzioni)”, spiega un report di Vanguard. “Il risultato mostra che i bond dei mercati emergenti hanno yield più alti e una duration minore” (vedi grafico sotto).

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I rischi
Questo non significa che ci si debba buttare mani e piedi nei bond emergenti. Si tratta pur sempre di asset a rischio che possono risentire, per esempio, delle decisioni sui tassi della Federal Reserve (e dei conseguenti movimenti del dollaro) e delle tensioni geopolitiche delle aree interessate. C’è poi il fattore Cina. “Le economie dei paesi emergenti che continuano ad aumentare la loro dipendenza dall’export verso la Cina possono diventare vulnerabili in un momento in cui il paese asiatico sta portando avanti riforme strutturali per ribilanciare e rallentare la crescita economica”, dice il report di Vanguard.

La tabella sotto mostra come le diverse economie emergenti abbiano aumentato la loro dipendenza dalle esportazioni verso la Cina.
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Cina
“L’economia cinese sta chiaramente rallentando, ma la reale portata di questa frenata è difficile da interpretare a causa della sempre peggiore qualità dei dati che arrivano dal paese e dallo spostamento dell’economia verso settori come i servizi dove la raccolta dei numeri è meno precisa”, spiega un report del China Economics Committee di Morningstar. “Nonostante l’attenzione dei media alla questione della guerra commerciale fra Cina e Usa, che indica questo elemento come la causa di una cescita più lenta, va evidenziato che la questione delle tariffe deve ancora entrare in gioco. Piuttosto, la causa principale è la scarsa crescita del credito. Pechino, da parte sua, ha deciso di effettuare nuovi piani di stimolo. Queste operazioni, tuttavia, saranno più modeste rispetto al passato perché anche il governo del paese si è reso conto che un alto rapporto debito/Pil, alla fine, è un freno per la crescita”. Vista dagli altri emerging, la situazione della Cina è di primaria importanza, dato che la loro salute economica è legata in larga parte agli affari con il Paese del Drago.

La tabella in basso mostra l’esposizione netta alla carta cinese dei fondi della categoria Morningstar Emerging market bond.
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La tabella sotto mostra l’esposizione netta al debito cinese dei fondi dedicati ai bond emergenti in valuta locale.
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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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