Il mercato continua a scontare General Motors nonostante i progressi realizzati negli ultimi anni dalla casa automobilistica americana. Il management è stato in grado di tagliare da 16 a 5 miliardi di dollari il costo del lavoro in modo da abbassare drasticamente il punto di break-even a circa 10 milioni di unità prodotte. Inoltre la qualità e il design dei modelli sono significativamente migliorati. Questo, insieme alla ritrovata affidabilità del suo ramo finanziario (GM Financial), le garantiscono un ottimo potenziale per spingere la crescita degli utili nei prossimi anni.
Margini in crescita per GM
General Motors è entrata anche nel mercato del car-sharing e inizierà da quest’anno a investire nei veicoli a guida autonoma. Due iniziative che indicano come l’azienda americana sia pronta ad affrontare le prossime sfide del settore. Le incognite più grandi sono invece rappresentate dall’andamento della congiuntura negli Usa e dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, mercato in cui GM è molto esposto. “Sebbene rimangano le incognite legate alla battaglia sui dazi e all’andamento del mercato dell’auto nel Nord America, le nostre previsioni indicano una crescita media del 4% nei prossimi cinque anni e un margine operativo stabilmente sopra il 5%”, dice David Whiston analista azionario di Morningstar (report aggiornato al 14 febbraio 2019).
Negli ultimi cinque anni General Motors ha visto salire l’Ebit di circa 400 punti base, dal 2% al 6% nonostante il negativo andamento dei ricavi, scesi in media del 2,4%, ma il titolo ha recuperato solo in parte il gap nei confronti della valutazione degli analisti. Le azioni del gruppo hanno infatti guadagnato il 10% negli ultimi tre anni ma continuano a essere scontate del 20% rispetto al fair value di 47 dollari.
Mercato troppo pessimista su Tata Motors
Tata Motors è uno dei titoli del comparto auto maggiormente scontati dal mercato con un rapporto Prezzo/Fair value di 0,33 (report aggiornato al 7 febbraio 2019). Gli scettici mettono in guardia dalla crescente concorrenza sul mercato indiano, che ha fatto scendere la quota di mercato di Tata dal 64% al 45% negli ultimi nove anni, e dalla recente contrazione dei margini di profitto, ma gli analisti di Morningstar restano fiduciosi riguardo alle prospettive future del gruppo automobilistico.
“La contrazione della profittabilità della gestione è da imputare ai forti investimenti fatti dal segmento Jaguar-Land Rover per il lancio di nuovi modelli (tra cui uno elettrico destinato al mercato cinese) e dall’avvio delle attività produttive nei nuovi stabilimenti in Cina e Slovacchia. Entrambi i fattori sono destinati a esaurirsi nel breve termine. Dall’altra parte, invece, ci sono numerosi elementi positivi che danno sostegno alle nostre previsioni: dalla crescita della domanda di auto in India, all’espansione dei marchi Jaguar e Land Rover sui mercati emergenti”, dice Richard Hilgert, analista di Morningstar. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 9% e un’espansione del margine operativo dall’attuale 4% al 7% nel 2023. In base a queste previsioni la nostra stima del fair value è pari a 39,50 dollari per l’ADR scambiata sul Nyse”.
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