Se è vero che i megatrend cambieranno il futuro, comprese le scelte di investimento, allora anche la caccia ai dividendi prenderà altri orientamenti. Uno degli aspetti più evidenti di questa tendenza è la ricerca della cedola in un segmento come la tecnologia, una volta ritenuto eccessivamente volatile, e oggi considerato alla base delle trasformazioni radicali che stanno attraversando comparti più tradizionali come la grande distribuzione o la finanza.
Il grafico sotto mostra come, dal 1995, i payout migliori a livello settoriale, siano diventati quelli del settore Information technology.
Pochi nel 1995, avrebbero scommesso che la tecnologia o l’healthcare sarebbero diventati i segmenti dove trovare i payout migliori (includendo nel calcolo non solo le cedole, ma anche le operazioni di buyback, Ndr). Eppure oggi sono gli universi dove si trovano le occasioni più interessanti da questo punto di vista”, spiega Dan Kemp, Chief investment officer EMEA di Morningstar Investment Management (MIM). “Il discorso inverso vale per le utility e le telecomunicazioni: due insiemi che vengono sempre citati, spesso ormai a sproposito, quando si parla di cedole interessanti”.
Nel corso degli anni, insomma, i mercati sono cambiati e ormai la ricerca delle cedole va fatta in maniera diversa, anche dal punto di vista geografico. Due esempi all’estremo in questo senso sono gli Stati Uniti e l’Italia. L’azionario Usa ha un’esposizione del 25% all’hi-tech. Nella Penisola questo settore è praticamente assente mentre pesano molto finanziari ed energetici. “Queste differenze possono cambiare la sostenibilità del payout a livello geografico e vanno tenute in considerazione quando si parla di cedole”, dice ancora Kemp.
Nel 2019 la cedola frena
La tendenza dell’hi-tech a rendere valore ai propri azionisti non sembra volersi interrompere. Secondo l’ultimo rapporto di Janus Henderson sulle cedole, il 2018 è stato un altro anno d’oro dal punto di vista dei dividendi: quasi 1.400 miliardi di dollari, l’8,5% in più rispetto al 2017 e il tasso di crescita più alto visto dal 2015 (il calcolo esclude i movimenti delle valute, i dividendi speciali e altri elementi che potrebbero distorcere i risultati).
Negli Stati Uniti è stata registrata una crescita del 7,8%, grazie soprattutto al contributo di technology ed healthcare (ma si sono fatte notare anche le banche). In Giappone, Mitsubishi Corp. ha alzato il payout di quasi un terzo, mentre NTT Docomo è stata la società che ha contribuito di più (per la cronaca: in Italia la crescita dei dividendi è stata del 13,2%, anche grazie al ritorno della cedola di Unicredit).
Per quanto riguarda il 2019 la crescita globale dei dividendi è attesa al 5,1%. Questo perché le previsioni sui profitti aziendali sono calate dopo la revisione al ribasso delle stime sull’andamento dell’economia mondiale. In generale, comunque, va notato come i dividendi siano di solito molto meno volatili rispetto agli utili.
Nella tabella in basso sono elencati i fondi della categoria Morningstar Global equity income che hanno la maggiore esposizione netta al comparto tecnologico.
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