Il 2019 sarà l’anno del riscatto per Piazza Affari dopo il deludente 2018? Quello che è certo è che la Borsa italiana sembra mettercela tutta, anche a dispetto di una situazione macroeconomica della Penisola poco rassicurante. L’indice Morningstar dedicato al Belpaese da inizio gennaio (fino all’8 aprile e calcolato in euro) ha guadagnato il 18,36% lasciando intendere di avere intenzione di far dimenticare il -13,7% fatto segnare l’anno scorso.
Dati in euro aggiornati all'8 aprile 2019
Fonte: Morningstar Direct
Dal punto di vista macro, la fotorafia più recente l’ha scatta l’Istat nella sua ultima Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana. “Nonostante alcuni segnali positivi, i dati congiunturali descrivono complessivamente una fase di debolezza dell’economia italiana”, spiega l’Istituto di statistica. “L’indice della produzione industriale è tornato a mostrare segnali di vivacità, in presenza di un miglioramento degli ordinativi. Prosegue la fase di stabilità sul mercato del lavoro, ma torna ad aumentare la disoccupazione. Il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici si è ridotto e il miglioramento dei consumi è stato raggiunto attraverso un’ulteriore flessione della propensione al risparmio”.
Va detto che la situazione italiana si inquadra in un contesto internazionale complicato, dove le prospettive dell’economia mondiale restano caratterizzate dalla presenza di rischi al ribasso. Il processo Brexit è rimasto incompiuto e non è ancora chiaro quali saranno i tempi e le modalità per l’addio del Regno Unito all’Ue. I negoziati tra Stati Uniti e Cina sulle tariffe doganali sono ancora in corso e non si può escludere l’arrivo di nuove misure protezionistiche con ulteriori ricadute negative sul commercio mondiale. L’economia cinese (tra i principali driver della crescita internazionale), intanto, continua a mostrare segni di rallentamento.
Restringendo il campo all’area euro, i dati congiunturali mostrano una Penisola costretta a inseguire il resto della regione (vedi tabella sotto).
Futuro incerto
Le prospettive per i prossimi mesi rimangono incerte. A marzo, l’Economic Sentiment Indicator (ESI) per l’area dell’euro elaborato dalla Commissione europea, ha registrato un’ulteriore flessione segnando il decimo calo consecutivo. A livello settoriale c’è un netto peggioramento della fiducia nel manifatturiero, dove le imprese danno giudizi sfavorevoli sui tre mesi iniziati ad aprile anche per quanto riguarda minori ordinativi e scorte di prodotti finiti in aumento. Nel dettaglio nazionale, l’ESI è migliorato in Spagna e in Francia mentre è diminuito in Germania e in Italia.
Value a sconto
In mezzo a tutto questo, gli investitori non si sono fatti intimidire. L’analisi del Market Barometer di Morningstar relativo all’Italia mostra che i rendimenti migliori da inizio anno si sono avuti fra le large cap growth, in linea con quello che si è visto sui mercati internazionali dopo una fase di appannamento del segmento alla fine dell’anno scorso.
Fonte: Morningstar
Per quanto riguarda i prezzi, le valutazioni migliori in termini di rapporto price/fair value si trovano nei diversi insiemi che formano l’universo dei titoli value, mentre il comparto growth è decisamenete sopravvalutato (vedi grafico sotto).
Fonte: Morningstar
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