Caro, ma con alcune buone occasioni da poter sfruttare. Anche grazie alle M&A. È questo, in sintesi, il quadro operativo del settore healthcare secondo gli analisti di Morningstar. Nei 12 mesi chiusi a fine marzo, l’indice Morningstar relativo al segmento ha guadagnato (in dollari) il 10% superando dell’1% il paniere globale.
Indici Morningstar Healthcare e Global a confronto
Dati in dollari aggiornati al 29 marzo 2019
Fonte: Morningstar Direct
A spingere i titoli della salute sono le minori preoccupazioni legate a un calo dei prezzi dei farmaci e dei macchinari unite a una maggiore fiducia sull’andamento dell’economia globale che ha fatto bene anche ai titoli e ai settori considerati più sicuri.
“In generale il settore healthcare è correttamente valutato”, spiega Damien Conover, analista di Morningstar. “Tuttavia, fra i titoli che copriamo con la nostra ricerca vediamo ancora qualche opportunità. La maggior parte delle azioni con un rating di quattro e cinque stelle si trova nel comparto dei produttori di farmaci e dei fornitori di servizi”.
La distribuzione dei rating all’interno dei diversi comparti dell’healthcare
Fonte: Morningstar Direct
Anche la pressione sui prezzi creata dall’arrivo sul mercato dei farmaci generici sembra un problema superabile. “Molte aziende Big Pharma e biotech stanno per lanciare prodotti innovativi che compenseranno i mancati introiti derivanti dalla presenza sul mercato dei cosiddetti similari”, spiega Conover. “Insomma, i farmaci più all’avanguardia saranno quelli che consentiranno alle grandi aziende di dettare l’andamento dei prezzi”.
M&A in vista
Un altro elemento da tenere in considerazione quando si parla di healthcare (almeno dal punto di vista degl investimenti) è quello delle fusioni e acquisizioni. “Il consolidamento è uno dei temi più importanti del segmento”, dice Conover. “La crescete importanza di avere economie di scala (soprattutto nel comparto servizi) e il bisogno di continua innovazione (in particolare per quanto riguarda i farmaci) saranno alla base delle acquisizioni. Un fenomeno che dovrebbe durare molti anni”.
Secondo una ricerca della società Baker McKenzie pubblicata su Oxford economics, le operazioni di questo tipo aumenteranno del 7% nel 2019 salendo a 331 miliardi di dollari di valore. Un cambio di rotta dopo il -5% del 2018. Dal punto di vista geografico a guidare il trend saranno soprattutto Usa e Asia (Giappone in testa). Più lenta l’Europa, dove la questione Brexit potrebbe complicare le cose.
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