Lo scorso 11 aprile si sono ufficialmente aperte le elezioni parlamentari indiane, le quali andranno avanti fino al 19 maggio. D’altronde, organizzare le votazioni per circa 900 milioni di elettori (l’India è la più grande democrazia del mondo) sparsi in un territorio così vasto, non dev’essere per niente semplice. Il premier uscente Narendra Modi, ampiamente favorito, se la giocherà con il leader dell’opposizione Rahul Gandhi. L’esito del voto sarà determinante nel disegnare le prospettive future di New Delhi all’interno dello scacchiere geopolitico internazionale.
“La prospettiva di un secondo termine per Modi in India è senz’altro positiva per i mercati”, ha commentato in un a nota Rob Marshall-Lee, responsabile azioni emergenti e asiatiche di Newton IM (BNY Mellon). “Il suo governo ha messo in atto numerose riforme economiche che avranno conseguenze positive per molti anni a venire, ed è improbabile che un nuovo governo si impegni a smantellarle. Abbiamo già aumentato alcune posizioni sulla Borsa indiana in modo selettivo, approfittando del calo del mercato verificatosi quando gli altri partecipanti si sono ritirati o sono rimasti in attesa dell’esito elettorale. Con un prezzo più basso e una valuta più debole, le società indiane sono diventate attraenti per gli investitori azionari e potrebbero trarre benefici dagli effetti positivi di lungo termine delle riforme implementate da Modi”.
Dello stesso avviso Gaurav Sinha, asset allocation strategist di WisdomTree, secondo cui “gli ultimi cinque anni sono stati spesi per dare una direzione chiara all’economia, quindi se Modi tornasse al potere è probabile che l’attività economica riprenderebbe a correre”.
Sesta economia al mondo
Ci sono ancora molte persone che non si rendono conto che l’India è ormai la sesta economia al mondo, davanti a paesi come la Francia e l'Italia e quasi allo stesso livello del Regno Unito. Secondo l’ultimo Economic Outlook Forecast dell’Ocse, il Pil indiano dovrebbe crescere del 7,2% nel 2019 e del 7,3% nel 2020. “Quando le economie crescono così velocemente, storicamente si crea un vento a favore, una spinta, per le aziende gestite in modo efficiente in modo da poter cavalcare la crescita complessiva. Se si guardano gli ultimi cinque anni, una grande percentuale di grandi aziende che hanno aumentato il proprio valore contabile e di piccole imprese che hanno generato profitti all’interno dell’universo dei mercati emergenti risiedono in India”, ha affermato Gaurav Sinha.
Tuttavia, dall’inizio dell’anno, il mercato azionario indiano ha sottoperformato l’indice complessivo dei mercati emergenti (8% contro 13,5%, rispettivamente dal primo gennaio al primo di maggio 2019, dati in euro). Il grafico sottostante confronta l’andamento dei due indici nel corso dell’ultimo anno.
Evoluzione degli indici Morningstar India NR e Morningstar EM NR a un anno
Dati in euro al primo maggio 2019. Fonte: Morningstar Direct.
“L’evidenza passata suggerisce che il mercato azionario indiano è, di solito, relativamente favorevole alle elezioni generali”, spiega Jaisal Pastakia, gestore di Heartwood Investment Management. “I dati ci dicono che la Borsa ha generalmente goduto di un rimbalzo più forte a ridosso delle elezioni, in attesa di un governo stabile. Un’eccezione si è vista nel 2004, quando ci si aspettava che il BJP (Bharatiya Janata Party - Il Partito del Popolo Indiano) tornasse al potere, ma non ci riuscì, il che portò a un calo di oltre il 20% (anche se le perdite furono recuperate pochi mesi dopo). Anche i flussi in entrata da parte di investitori istituzionali stranieri nel mercato azionario indiano hanno mostrato la tendenza a rinvigorirsi attorno alle elezioni politiche”.
Quest’anno, fino ad ora, la performance del mercato azionario indiano sembra avere il freno a mano tirato. In confronto agli storici rally pre-elettorali, l’attuale corsa è iniziata lentamente, ma ci sono segnali che sta recuperando terreno.
L’offerta europea
Nel Vecchio continente sono quotati sei Exchange traded fund dedicati al mercato azionario indiano. I due principali indici tradizionalmente utilizzati per esporsi alla Borsa di Mumbai sono l’Msci India e il Nifty 50. Discorso a parte per il WisdomTree India Quality Index, un benchmark di tipo “strategic beta” che conta 141 titoli e che comprende le società che si posizionano nel primo terzile sulla base della media triennale degli indici di redditività ROE (redditività del capitale proprio) e ROA (redditività delle attività). Le componenti dell’indice sono poi ponderate sulla capitalizzazione di mercato. Leggi l’articolo Etf, la qualità è strategica ma ciclica.
L’Msci India NR Index copre circa l’85% della capitalizzazione della Borsa indiana, includendo 78 titoli. Le azioni sono classificate in base alla loro dimensione e liquidità e sono selezionate per l'inclusione sulla base di una combinazione di questi due fattori. I pesi dei singoli costituenti si basano sulla capitalizzazione di mercato ponderata aggiustata per il flottante. In termini di esposizione settoriale, l'indice è relativamente ben diversificato, nonostante il piccolo numero di componenti. Il comparto finanziario (24-25%) è la più grande allocazione, seguito dai titoli tecnologici (17%) ed energetici (15%). Il benchmark è molto concentrato, con i primi 10 componenti che rappresentano circa il 52% del valore del portafoglio. Tra questi, troviamo Reliance Industries, un conglomerato di energia (12%), Housing Dev Finance Corp, la prima società di mutui in India (9-10%), e Infosys, una società di servizi informatici (7-8%).
Il Nifty 50 NR Index, invece, conta i 50 maggiori titoli azionari quotati sulla Borsa indiana e copre circa il 65% della capitalizzazione totale, toccando 13 diversi settori. Le azioni sono selezionate sulla base della capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante. Il settore più importante è quello finanziario (38-40%), seguito dall’energia (15-16%) e dall’information technology (13-14%).
Per il momento, l’unico coperto dalla ricerca Morningstar è il Lyxor UCITS ETF MSCI India C-EUR. Questo Etf usa il metodo sintetico o “swap-based”, per replicare la performance dell’indice. In pratica, Lyxor accende un contratto swap Otc (Over the counter) con una controparte che è quasi sempre Société Générale, capogruppo di Lyxor. Lyxor si è impegnato ad azzerare l'esposizione dello swap su base giornaliera. Malgrado l’indice sia ben diversificato a livello di settoriale, risulta fortemente concentrato in large cap e non offre quasi nessuna esposizione a titoli a media e bassa capitalizzazione. In quanto tale, non è veramente rappresentativo del ventaglio di opportunità accessibile ai gestori attivi e non effettua uno screening sulla qualità e sul potenziale di crescite dei singoli titoli. Non a caso, questo Etf figura nell’ultimo quartile a tre, cinque e dieci anni in termini di rendimento aggiustato per il rischio di categoria. Tutto ciò, assieme a delle spese correnti superiori alla media dei concorrenti passivi (0,85%), sta alla base del Morningstar Analyst Rating pari a Negative.
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