Donne e giovani sono più interessati agli investimenti sostenibili. Lo abbiamo scritto e letto più volte negli ultimi anni. Ma se ci fossimo sbagliati e si trattasse solo di uno stereotipo? Il dubbio viene leggendo un’indagine condotta negli Stati Uniti dagli scienziati comportamentali di Morningstar, guidati da Ryan O. Murphy, su un campione rappresentativo della popolazione (948 persone). I risultati, pubblicati lo scorso 22 aprile, sono riassunti in un report dal titolo The true faces of sustainable investing: busting industry mhyts around ESG.
L’ipotesi di partenza è che ci sia una distorsione nelle domande che vengono generalmente poste agli intervistati per misurare la loro propensione verso scelte finanziarie socialmente responsabili. In altre parole, a quesiti del tipo: “Su una scala da zero a cinque quanto sei interessato agli investimenti sostenibili?” si tende a rispondere in modo da compiacere gli altri, più che esprimere la propria opinione reale, per evitare di essere giudicati negativamente.
Due sole opzioni
I ricercatori di Morningstar hanno dunque provato a cambiare la domanda, ponendo l’intervistato davanti alla scelta tra due opzioni. Per esempio, è stato chiesto di esprimere la preferenza tra allocare 1.000 dollari in azioni di un’azienda come Johnson&Johnson o come Charles Schwab. La prima più “sostenibile”, ma meno profittevole; la seconda nella situazione opposta. Le risposte sono poi state convertite in un punteggio da zero (no interesse per gli investimenti socialmente responsabili) a 100 (decisioni guidate esclusivamente dai criteri ESG). Infine, sono stati costruiti cinque profili in base al grado di attenzione ai due parametri (orientamento al rendimento o alla sostenibilità).
L’indagine di Morningstar ha rivelato che il 72% degli americani ha espresso almeno un moderato interesse per gli investimenti guidati dai fattori ambientali sociali e di governance. Il grafico qui sotto illustra la distribuzione delle preferenze nei cinque profili (guidato dai rendimenti, orientato ai rendimenti, neutrale, orientato alla sostenibilità e guidato dalla sostenibilità), cui corrispondono diversi gradi di interesse per i temi ESG.
Distribuzione del punteggio sulle preferenze di sostenibilità (ponderato in modo da essere rappresentativo della popolazione Usa)
Questione di genere o di età?
“Il nostro sondaggio mostra che il genere non è un buon parametro per determinare la propensione agli investimenti sostenibili”, spiegano Ray Sin e Samantha Lamas, autori dello studio. “Uomini e donne hanno preferenze simili su questi temi, con l’unica eccezione di coloro che sono orientati al rendimento. La differenza nei profili ‘medio-alto interesse’ è statisticamente poco significativa se includiamo i fattori socio-demografici”.
Distribuzione del punteggio sulle preferenze di sostenibilità tra uomini e donne (ponderato in modo da essere rappresentativo della popolazione Usa)
Cade anche il mito dei giovanissimi (i nati nei primi anni Ottanta) come una generazione più attenta alle questioni ambientali e sociali rispetto ai loro genitori e nonni. “I punteggi medi dei Millennial si equivalgono a quelli della generazione X (nati tra gli anni Sessanta e Ottanta), mentre c’è una preferenza leggermente più forte rispetto ai baby boomer (1946-1964), che però diventa statisticamente poco significativa se consideriamo i fattori socio-demografici”, spiegano i ricercatori di Morningstar.
Insomma, l’appetito per gli investimenti socialmente responsabili potrebbe essere ben superiore a quello racchiuso negli stereotipi di genere ed età.
Resta sempre aggiornato sulla ricerca Morningstar sulla sostenibilità.
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