Tra pochi giorni (domenica 26 maggio) si terranno le elezioni europee, mettendo così fine a una delle campagne elettorali più bizzarre degli ultimi anni, almeno in Italia, dove i due partiti di governo non hanno esitato a incrementare il “fuoco amico” con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale.
Quelle di domenica sono state definite da diversi commentatori come “le più importanti elezioni europee da quando esiste l’Ue”. Per la prima volta, infatti, i cosiddetti partiti sovranisti, o populisti, potrebbero prendere la maggioranza dei seggi, il che aprirebbe degli scenari inesplorati.
Tuttavia, gli investitori non cedono al panico. “Non prevediamo cambiamenti radicali nel panorama politico del Parlamento europeo, nonostante l’impatto che il populismo avrà indubbiamente sulle elezioni”, commenta in una nota Kurt Schappelwein, responsabile multi-asset di Raiffeisen Capital Management. “Per quanto riguarda il mercato azionario europeo non vediamo quasi alcun impatto derivante dal voto”.
Dello stesso avviso Alessandro Tentori, responsabile di AXA IM Italia, il quale ritiene che un’eventuale avanzata dei partiti anti-sistema a livello europeo non rappresenterebbe al momento uno scenario di rischio. “Il panorama è ancora molto frammentato e questi movimenti politici sono legati a problematiche regionali. Ma se avessimo davanti alcuni anni di recessione economica, i partiti tradizionali verrebbero sempre più messi in discussione e il consenso per i partiti anti-establishment potrebbe ampliarsi e divenire trasversale”, afferma Tentori.
Roma e Londra si giocano il futuro
Ci sono però dei casi specifici da tenere sotto controllo. Nonostante si voti per il Parlamento europeo di Strasburgo, infatti, in due paesi le attenzioni sembrano tutte rivolte all’interno dei propri confini. Seppur per ragioni diverse, Italia e Regno Unito sono i territori che più di tutti potrebbero subire le conseguenze del voto.
In Italia, ad esempio, Schappelwein vede “una forte possibilità di nuove elezioni a seguito del voto europeo”. Questo potrebbe ripercuotersi sui titoli obbligazionari italiani; un ulteriore spostamento verso partiti euroscettici potrebbe portare a una maggiore incertezza e instabilità politica e quindi a un allargamento dello spread, con conseguente volatilità sul mercato azionario.
A Londra, invece, l’esito delle elezioni europee potrebbe segnare il destino della Brexit. Un’eventuale vittoria dei partiti europeisti spingerebbe Londra verso una “soft Brexit” o addirittura un secondo referendum. Al contrario, se la formazione guidata da Nigel Farage (pro-Brexit) dovesse essere la più votata in UK, l’ipotesi di un’uscita senza accordo riprenderebbe corpo. Clicca qui per guardare il video La Brexit ora fa paura.
Mercati europei, opportunità tra gli energetici e le telecom
Dopo un 2018 travagliato, l’azionario europeo ha vissuto un primo trimestre 2019 estremamente positivo, grazie in particolare alla politica monetaria della Bce. In questo periodo pre-elezioni, invece, gli investitori si sono mostrati un po’ più cauti e concedendosi anche alcune prese di profitto. L’indice Morningstar Eurozone NR è scivolato del 2,7% nell’ultimo mese, anche se la performance da inizio anno resta robusta al 14,1% (in euro al 21 maggio 2019).
Evoluzione degli indici Morningstar Eurozone NR, Morningstar Italy NR e Morningstar UK NR a un anno
Dati in euro al 21 maggio 2019. Fonte: Morningstar Direct.
“Alla luce di questi guadagni, l’equity del Vecchio continente appare sempre meno attraente, con rendimenti attesi aggregati inferiori a quelli da noi considerati interessanti”, si legge nell’ultimo a cura dei gestori di Morningstar Investment Management (MIM). “Detto ciò, crediamo che ci siano opportunità a livello di singolo settore o paese. Restiamo positivi sulle società energetiche, malgrado il rimbalzo del petrolio”.
MIM resta positiva anche sui titoli finanziari, nonostante le preoccupazioni per le banche italiane, e sulle telecomunicazioni, due settori che offrono in questo momento un premio al rischio interessante.
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