Il mercato dei titoli governativi in euro è molto liquido e le opportunità di generare valore rispetto a un indice di riferimento standard sono davvero limitate nel lungo periodo. Per questa ragione, un Etf (Exchange traded fund) che replica un indice ampio, comprensivo dello spettro di scadenze ed emittenti, e che ha un basso costo rappresenta, secondo gli analisti di Morningstar, un’ottima soluzione per esporsi a tale segmento. Inoltre, il protrarsi di una politica monetaria espansiva da parte della Banca centrale europea, quindi di tassi ai minimi o negativi, rende ancora più interessante l’opzione low cost, per ridurre in modo significativo il peso delle commissioni sul rendimento.
“Se in un futuro, che appare ancora piuttosto lontano, gli investitori dovranno mettere in conto un rialzo dei tassi di interesse, che avrà un impatto negativo sulle scadenze più lunghe, per il momento l’unico grosso rischio appare quello politico delle tensioni in Italia o Spagna”, commentava Jose Garcia-Zarate, associate director della ricerca sulle strategie passive di Morningstar in una nota dello scorso settembre, che è ancora di attualità oggi. “In tal caso potrebbe esserci una fuga verso i titoli di Stato più sicuri; tuttavia la Bce mantiene alta l’attenzione. Inoltre, uno strumento ben diversificato può attenuare l’impatto di un’impennata dello spread delle emissioni periferiche grazie alla presenza in portafoglio di obbligazioni core, come il Bund tedesco”.
Etf da medaglia d’oro
Non stupisce, dunque, che gli Etf governativi euro diversificati, coperti dalla ricerca qualitativa di Morningstar, abbiano il massimo dell’Analyst rating (Gold) e un buon profilo di rischio/rendimento. Tipicamente, infatti, si collocano nel primo quartile o nella parte più alta del secondo della categoria, che comprende anche i fondi attivi, su orizzonti temporali estesi.
Nonostante siano tutti esposti allo stesso mercato, gli Etf obbligazionari governativi in euro differiscono tra loro per il tipo di indice replicato che può determinare una diversa selezione delle emissioni. Ad esempio, iShares core euro government bond, riproduce l’indice Bloomberg Barclays euro Treasury bond, che copre tutte le emissioni con scadenze superiori a un anno e con un minimo circolante di 300 milioni di euro. Il Lyxor EuroMTS all maturities investment grade, invece, ha come benchmark l’MTS Investment Grade Eurozone Government Bond (Ex-CNO) All-Maturity Index, che privilegia le obbligazioni più grandi e negoziate dell’area euro, con un circolante non inferiore a 2 miliardi. Anche i pesi delle singole posizioni possono essere definiti in modo diverso, così come i requisiti per entrare a far parte del paniere.
Prestito titoli
Un’altra differenza riguarda la scelta di praticare o meno il prestito titoli. Ad esempio, Xtrackers ammette queste operazioni per l’Etf X II Eurozone government bond, prevedendo però, una sovra-collateralizzazione (forma di garanzia) con titoli governativi di qualità e azioni a grande capitalizzazione. I ricavi del security lending sono divisi 70/30 tra l’Etf e l’agente per il prestito titoli che in questo caso è Deutsche Bank Agency Securities Lending. Queste operazioni possono riguardare al massimo il 50% del patrimonio. Anche iShares core euro government bond prevede il security lending, ma sul 100% degli asset, con una ripartizione degli utili 62,5/37,5 tra l’Etf e BlackRock.
I replicanti obbligazionari governativi in euro sono accomunati da commissioni molto competitive rispetto alla gestione attiva, in un intervallo compreso tra lo 0,15 e lo 0,20% annuo. E’ bene però ricordare che il Ter (Total expense ratio, l’indicatore sintetico di costo) non comprende tutti gli oneri a carico dell’investitore, il quale dovrà aggiungere altre voci come lo spread bid-ask (la differenza tra il miglior prezzo di acquisto e il miglior prezzo di vendita, Ndr), gli oneri di transazione, quelli legati al turnover dell’indice, ecc.
Il debito periferico
Sempre tra gli strumenti low cost, esistono altri Etf che danno esposizione a segmenti specifici del mercato governativo. E’ il caso di Amundi IS government bond lowest rated EuroMTS investment grade o di X II iBoxx Euro government bond yield plus, che hanno in portafoglio i titoli con più alto rendimento/minor rating tra quelli investment grade. “Hanno un ruolo più tattico che strategico”, spiega Garcia-Zarate. “Rispetto ai panieri più diversificati richiedono da parte degli investitori la disponibilità ad assumere maggiori rischi e sono più vulnerabili nelle fasi di stress dei mercati, quando i flussi di capitali si dirigono verso emissioni più sicure”. Di conseguenza, a secondo della propensione al rischio di credito possono trovarsi facilmente al top o al fondo della categoria.
Negli ultimi cinque anni, le performance sono state molto buone, grazie all’intervento della Bce a favore dell’euro, di cui hanno beneficiato i paesi periferici come l’Italia e la Spagna. Tuttavia, il lato critico di questo approccio è venuto fuori l’anno scorso a giugno, quando lo spread tra il BTp italiano e il Bund tedesco è schizzato a 300 punti base a causa dell’incertezza politica. “Per diventare uno strumento core per il portafoglio, sarebbe necessario che il rischio di credito smettesse di avere un ruolo nelle dinamiche di prezzo dei titoli di Stato europei in modo permanente”, dice il ricercatore di Morningstar. “Ma questo è piuttosto improbabile, nonostante l’impegno della Banca centrale per evitare che si ripeta la crisi del 2008-12”. Proprio per la loro natura tattica e il più alto livello di rischio, gli analisti di Morningstar attribuiscono un rating Neutrale a questi Etf.
Chi emerge tra i gestori attivi
Se i fondi indicizzati appaiono ben posizionati su un mercato liquido e affollato come quello dei governativi, esistono comunque dei gestori attivi che sanno fare bene. Tra quelli coperti dalla ricerca Morningstar, HSBC euro government bond è il comparto della categoria con l’Analyst rating più alto (Silver, report di Mara Dobrescu del 26 marzo 2019). Il suo punto di forza è il gestore Michel Antonas che ha circa 30 anni di esperienza ed è responsabile del team sul debito europeo di HSBC dal 2006. Può contare su una squadra di sette portfolio manager, organizzati per aree di competenza (duration, spread, volatilità, inflazione, ecc.). Il fondo è gestito con un obiettivo di tracking error dell’1% rispetto all’indice Ftse Emu GBI, ma assume anche posizioni attive, cercando di aggiungere valore utilizzando le leve tradizionali di performance nel reddito fisso. “Il comparto si è collocato stabilmente tra i migliori della categoria, grazie anche a un approccio attento al controllo del rischio”, conclude Dobrescu, che è convinta che abbia “ciò che serve per fare la differenza in un segmento così competitivo come quello dei governativi”.
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