Politica ed economia stanno frenando l’Italia in Borsa. L’indice Morningstar dedicato al Belpaese in un mese (fino al 10 giugno e calcolato in euro) ha perso quasi il 2%, portando a +10,5% la performance da gennaio.
Indice Morningstar Italy da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 10 giugno 2019
Fonte: Morningstar Direct
L’andamento del paniere ha condizionato i fondi di investimento dedicati alla Penisola che, in quattro settimane, hanno perso il 2,4% portando a +10,9% l’andamento da inizio anno.
Nella tabella sotto sono elencati i fondi con Analyst rating dedicati all’equity italiano.
Il quadro macro e politico
Il Pil italiano nel primo trimestre del 2019 è salito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre è calato dello 0,1% su base annua. Lo ha confermato l’Istat (dati corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati) rivedendo al ribasso le stime diffuse a fine aprile, quando il Prodotto interno lordo era previsto in aumento dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,1% a livello tendenziale. La correzione al ribasso delle stime del Pil risente degli ultimi dati acquisiti dall’istituto di statistica. In particolare, ha influito in negativo la diminuzione del fatturato dei servizi.
La situazione politica, intanto, non tranquillizza gli operatori. L’ultimo fronte che si è aperto è la querelle interna al Governo sui Minibot, strumento ipotizzato per il pagamento dei crediti arretrati vantati dalle imprese verso lo Stato, su cui si è espresso anche il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, secondo cui se sono una moneta parallela sono illegali, mentre se sono delle obbligazioni incrementano debito e deficit.
A complicare le cose, c’è anche la possibilità di una procedura di infrazione dell’Ue nei confronti dell’Italia per l’eccessivo debito. Bruxelles si aspetta che il debito italiano salga sia nel 2019 sia nel 2020 oltre il 135%, anche a causa di “un avanzo primario in discesa, e privatizzazioni non raggiunte”, dice la Commissione Ue. “Sebbene restino limitati i rischi di rifinanziamento nel breve termine, il debito pubblico resta una fonte di vulnerabilità dell'economia italiana”. Secondo il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, comunque, il comportamento dell'Italia non è ancora una minaccia per la stabilità finanziaria dell'Europa.
Fca e Renault di nuovo vicini?
Sul fronte borsistico, l’argomento del periodo è stata la proposta di un’allenaza fra Fca e i francesi di Renault naufragata dopo pochi giorni. Secondo la stampa specializzata, tuttavia, le due case stanno cercando di riannodare il filo del negoziato e assicurarsi il supporto al progetto di fusione da parte di Nissan, partner dell'Alleanza con il costruttore francese. Nissan potrebbe chiedere a Renault di ridurre la quota del 43,4% nel gruppo nipponico in cambio del suo sì al matrimonio. Dalla fine della trattativa, il presidente di Fca, John Elkann, e quello di Renault, Jean-Dominique Senard, hanno discusso della possibilità di far ripartire il progetto. Al momento è però tutt’altro che chiaro se gli sforzi di resuscitare una trattativa così complessa possano aver successo.
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