Gli analisti di Morningstar riconoscono a Credit Suisse un Economic moat per via della forte esposizione ai segmenti del private banking e del wealth management. Questa tipologia di clienti ha l’esigenza di avere soluzione personalizzate, di eseguire operazioni complesse e di avere relazioni frequenti con gli advisor.
I trend di lungo periodo spingono Credit Suisse
A favore di Credit Suisse giocano importanti trend di lungo periodo. La sua esposizione ai segmenti del private banking e del wealth management, infatti, la mette in una buona posizione per trarre beneficio dall’aumento della concentrazione della ricchezza a livello globale e dalla crescita della classe abbiente nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, la banca ha alleggerito il suo bilancio riducendo il suo attivo da 126 a 45 miliardi di euro producendo un forte miglioramento della redditività della gestione operativa.
“Negli ultimi 12 mesi il titolo ha ceduto quasi il 20% della sua capitalizzazione di mercato, ma ci aspettiamo nei prossimi cinque anni una crescita media degli utili per azione del 23%, sostenuta dal buon andamento dei ricavi e dal miglioramento della gestione operativa, più snella dopo la dismissione di attività non core. La nostra stima del fair value è pari a 20 franchi svizzeri e vale a Credit Suisse un rating di 5 stelle”, dice Johann Scholtz, analista azionario di Morningstar (report aggiornato 29 aprile 2019).
La strategia di ING funziona
ING Groep non ha un Economic moat, tuttavia le misure intraprese recentemente dal management promettono di migliorare la redditività del capitale del gruppo. La banca è uscita dal mercato assicurativo ed è riuscita a migliorare la diversificazione del suo segmento wholesale (relativo alle operazioni tra operatori istituzionali come banche, fondi pensione, agenzie governative) e quella geografica del ramo retail, ed ha inoltre aumentato gli investimenti nella digitalizzazione dei suoi servizi. “ING è stata capace di continuare a macinare utili nonostante la fase prolungata di bassi tassi di interesse in Europa, e questo grazie all’alleggerimento del bilancio dagli accantonamenti per perdite su crediti, alla riduzione dei costi operativi e all’incremento del peso dei ricavi da commissioni”, dice Derya Guzel, analista azionario di Morningstar.
“Le misure adottate dal management hanno migliorato lo stato di salute del bilancio, come testimonia la percentuale dei crediti insoluti (non-performing loan) pari all’1,5% e il basso rapporto prestiti/depositi in tutti i maggiori mercati in cui è attiva, e ore le nostre previsioni per i prossimi cinque anni indicano una crescita media degli utili per azione a un tasso medio del 3%. In base a queste ipotesi la stima del fair value è pari a 15 euro” (report aggiornato al 3 maggio 2019).
AIG è scontata del 30%
American International Group ha guadagnato quasi il 40% da inizio anno, a dimostrazione che il mercato ha percepito il miglioramento dei risultati del gruppo assicurativo, ma il titolo continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value di 76 dollari (report aggiornato al 6 maggio 2019). “Nel primo trimestre gli utili sono aumentati in maniera significativa per effetto del calo dei rimborsi e del taglio dei costi operativi, ma crediamo che AIG abbia ancora ampi margini di miglioramento”, dice Brett Horn di Morningstar.
“Il settore assicurativo è estremamente competitivo. Per gli operatori, infatti, è difficile differenziare la propria offerta e la concorrenza si gioca unicamente sul prezzo. AIG ha il vantaggio di poter contare su un’ampia base di sottoscrittori, ma nel tempo ha commesso l’errore di costruire una struttura troppo complessa, sia in termini di presenza geografica che di segmenti in cui operare. E questo ha pesato sui margini di profitto. Sotto la nuova gestione di Brian Duperreault, comunque, l’azienda sembra aver cambiato rotta. Nei prossimi 10 anni ci aspettiamo che grazie a una crescita media dei premi assicurativi del 2% e un rendimento medio degli investimenti del 5% il Roe (rendimento del capitale) di AIG salga progressivamente sopra quota 10%”.
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