Mosaic è il più grande produttore al mondo di fosfati, anche grazie all’acquisizione di asset dalla brasiliana Vale e alla joint venture con Ma'aden. L’azienda è verticalmente integrata, poiché lavora la materia prima che estrae dai suoi siti estrattivi, ma il vantaggio in termini di costi non è sufficiente a garantirgli una posizione di vantaggio rispetto ai competitor, anche perché il 70% dell’offerta globale di fosfati arriva da produttori che, come Mosaic, sono integrati verticalmente. Il gruppo è tra i primi cinque produttori al mondo di potassio, ma anche in questo segmento la sua struttura dei costi la penalizza rispetto ai principali player del settore.
Margini in salita grazie alla stabilizzazione del prezzo del fosfato
“Ci aspettiamo che le nuove alleanze strategiche e l’estensione dei suoi centri produttivi permetteranno a Mosaic di diventare più competitiva sul fronte dei costi e crediamo che alle attuali quotazioni di mercato il titolo sia un’interessante idea di investimento”, dice Seth Goldstein analista azionario di Morningstar. “Diversamente dalle aspettative del mercato, ipotizziamo una stabilizzazione del prezzo del fosfato a partire da quest’anno, cosa che dovrebbe tradursi in un miglioramento dei margini di profitto. Negli ultimi tre mesi il titolo ha ceduto oltre il 10% e ora è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value di 35 dollari” (report aggiornato al 18 giugno 2019).
I trend di lungo periodo spingono Nutrien
Nutrien, il gruppo canadese nato dalla fusione tra Potash e Agrium, è la più grande azienda di fertilizzanti al mondo. Con una quota di mercato superiore al 20%, è il maggior produttore mondiale di cloruro di potassio per volume e i suoi costi sono tra i più competitivi all’interno del settore permettendogli di generare profitti anche quando i prezzi di mercato scendo al di sotto del costo marginale di produzione. Nutrien è anche il rivenditore agricolo numero uno in Nord America e in Australia con oltre 1.400 punti vendita nei quali distribuisce fertilizzanti, prodotti chimici e sementi. In questo segmento, altamente frammentato, l’azienda sta perseguendo una strategia di acquisizione al fine di espandere la base di negozi e di guadagnare un maggior potere contrattuale nei confronti dei fornitori.
“I numeri del primo trimestre dimostrano come i cambiamenti climatici, che inducono gli agricoltori a ritardare l’acquisto dei fertilizzanti, abbiano impattato negativamente sulle vendite dell’azienda. Ad ogni modo, però, i margini di profitto sono rimasti solidi. A favore di Nutrien giocano importanti trend di lungo periodo come la crescita del fabbisogno di cibo nei paesi emergenti e la diminuzione del suolo coltivabile, per questo ci aspettiamo che nei prossimi cinque anni il fatturato cresca a un ritmo del 4% e che gli utili salgano a un tasso del 10%. Sulla base di queste ipotesi la nostra stima del fair value è pari a 68 dollari (relativo all’ADR quotata sul Nyse, report aggiornato al 10 maggio 2019).
Analisti ottimisti sul futuro di Corteva
Corteva è nata nel giugno del 2019 dallo spin-off del segmento agricoltura di DowDuPont ed è leader nel settore delle sementi e di sostanze chimiche. Il gruppo americano destina in media l’11% dei suoi ricavi annui in Ricerca e Sviluppo per lo sviluppo di nuovi prodotti. Questi investimenti sono in linea con quelli dei principali competitor quali Bayer (10%) e Syngenta (9%) e gli permettono di caricare mark-up generosi sui prezzi di vendita in modo da mantenere una redditività superiore alla media.
“C’è più di un fattore che ci fa essere ottimisti sul futuro dell’azienda: la fusione tra Dow e DuPont ha creato un player in grado di guadagnare quote nel mercato delle sementi a discapito di Bayer; diversamente da quest’ultima, i suoi prodotti OGM hanno ricevuto l’approvazione alla vendita in Cina, cosa che permetterà a Corteva di guadagnare quote di mercato a scapito della concorrenza e di dare ulteriore spinta alla crescita futura; inoltre nel 2023 scadrà l’accordo sulle royalty riconosciute a Bayer per la tecnologia RoundupReady e questo si tradurrà in un significativo balzo in avanti degli utili dell’azienda”, dice Goldstein. Le previsioni degli analisti indicano nei prossimi cinque un progresso medio dei ricavi del 3% e stimiamo un fair value di 41 dollari (report aggiornato al 3 giugno 2019).
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