Viviamo di più, ma non meglio

Secondo Michaela Camilleri (Itinerari Previdenziali) il sistema pensionistico pubblico italiano è stato messo in sicurezza con le riforme strutturali degli ultimi trent’anni. La vera emergenza riguarda i servizi sanitari e di assistenza. Come per la previdenza integrativa, gli strumenti ci sono, ma manca l’educazione.

Valerio Baselli 22/08/2019 | 15:40
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Michaela Camilleri del centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali. Grazie di essere qui.

Michaela Camilleri: Grazie a voi, buongiorno.

Baselli: Attualmente, gli over 65 rappresentano circa il 22% della popolazione italiana. Secondo gli ultimi studi dell’Ocse, entro il 2044 questa percentuale salirà al 35%. Il che significa circa 6 milioni di lavoratori attivi in meno rispetto a oggi. Come può il sistema previdenziale pubblico gestire in maniera sostenibile una tale tendenza?

Camilleri: Se per sistema previdenziale intendiamo tutto quello che riguarda le pensioni, la sanità e l’assistenza, dobbiamo premettere che il sistema pensionistico puro, nonostante le ultime novità normative, è stato messo in sicurezza. Quindi, dal punto di vista della sostenibilità si è stabilizzato grazie alle riforme strutturali degli ultimi trent’anni. Grazie a due fattori: l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita (viviamo più a lungo e andiamo in pensione tendenzialmente più tardi) e la revisione periodica dei coefficienti di trasformazione, a partire dai quali i contributi accumulati vengono trasformati in rendita e che tengono conto del fatto che l’età media progressivamente aumenterà e che quindi periodicamente vengono rivisti.

Per noi, il vero problema resta sul fronte sanitario e in particolare della gestione della non-autosufficienza. Già oggi la Ragioneria generale dello Stato stima che la spesa per la long-term care si attesta all’1,7% del Pil e che entro il 2070 si arriverà al 2,5%. Questo è il vero problema di sostenibilità.

Baselli: Vivere più a lungo con meno risorse a disposizione è un’equazione difficile da risolvere. Quali sono gli strumenti a disposizione per coprirsi al meglio? E soprattutto, sono adeguati?

Camilleri: Viviamo più a lungo ma non viviamo meglio. Nonostante l’Italia sia uno dei paesi più longevi d’Europa, va detto che perdiamo posti in classifica quando guardiamo alla speranza di vita in buona salute. Quindi, quali sono gli strumenti? Cosa fa il pubblico e cosa fa il privato? Il pubblico, in particolare, non ha un modello sostenibile di gestione soprattutto della non-autosufficienza, come dicevo prima, perché sostanzialmente si affida all’erogazione di prestazioni monetarie quando invece bisognerebbe più puntare sui servizi.

Lato privato, le famiglie hanno comunque bisogno del pubblico, in particolare davanti al fenomeno dell’atomizzazione della società, cioè di un numero sempre maggiore di famiglie monoparentali o di coppie senza figli. Come affrontare questa problematica? Guardando all’integrazione tra pubblico e privato, a tutte le forme di copertura offerte dagli attori del cosiddetto “welfare-mix integrato”, nello specifico fondi, casse sanitarie, casse di previdenza, fondi pensione, che man mano si stanno attrezzando per offrire in diverse forme (assicurazioni) adeguate coperture.

Baselli: Per chiudere, quindi, quali sono i passi assolutamente necessari da intraprendere per riequilibrare il sistema, secondo voi?

Camilleri: A livello teorico, il modello a cui tendere sarebbe quello di una copertura universalistica collettiva, che riesca ad abbassare i costi e garantire l’accesso alle cure in maniera più ampia. Ovviamente prima di arrivare a questo modello sono necessarie tutta una serie di iniziative in termini di sensibilizzazione ed educazione, perché questo è uno dei temi, come quello della previdenza complementare, a cui si guarda non percependolo come una priorità, perché lo immagino come un problema molto lontano. Tali iniziative possono portare più attenzione su questo tema che è diventato una priorità del nostro paese.  

Baselli: Grazie ancora a Michaela Camilleri.

Camilleri: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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