Un occhio sempre puntato alla Federal Reserve e uno a quello che succede in Europa e in Asia. Nelle ultime settimane gli investitori in bond hanno rischiato di diventare strabici per osservare le diverse dinamiche che condizionano il mercato del reddito fisso e che potrebbero dargli la direzione nei prossimi mesi.
Sul fronte americano, la Banca centrale Usa il 18 settembre ha tagliato i fund rate di altri 25 punti base portandoli nella forchetta compresa fra 1,75% e 2%. Si tratta del secondo taglio dopo quello di agosto.
“Questa mossa era attesa dal mercato, mentre le previsioni su future azioni del genere sono diventate più nebulose”, spiega Dave Sekera, Managing director dei corporate bond rating e della ricerca di Morningstar Credit Ratings. Tre dei membri con diritto di voto del Federal Open Market Committee (Fomc, il braccio operativo della Fed) hanno espresso dissenso per il taglio, due volevano tenere i tassi invariati, mentre uno ha sostenuto che la limatura avrebbe dovuto essere di 50 basis point.
Le divisioni sui tassi
Il Summary of Economic Projections firmato dalla Fed (il documento che viene diffuso insieme al comunicato stampa che annuncia le decisioni di politica monetaria) ha mostrato idee contrastanti anche sulle scelte future.
-Sette membri del Fomc si aspettano un taglio di 25 pb entro la fine dell’anno.
-Cinque si attendono che il costo del denaro resti stabile.
-Altri cinque vorrebbero un rialzo nel range 2%-2,25%.
Eterogenea anche la posizione del mercato, almeno secondo il CME FedWatch Tool (una sorta di barometro che misura le attese degli operatori riguardo alle politiche monetarie della Fed. Aggiornato al 27 settembre).
-Il 17,2% si aspetta tassi fra 125 e 150 bp.
-il 48,8% attende una forchetta da 150 a 175.
-il 34% prevede stabilità.
-Nessuno vede un rialzo.
Attese sui livelli che raggiungeranno i tassi al meeting del 19 dicembre 2019
Fonte: CME
Contagio da Europa e Asia?
Ma da cosa nascono queste differenze? “L’outlook diverso si basa sull’alto grado di incertezza riguardo a un potenziale contagio che un rallentamento dell’Asia e dell’Europa potrebbe avere sull’economia Usa, sugli effetti della guerra delle tariffe e sulle previsioni discordi sull’andamento dell’inflazione”, dice Sekera.
Il modello di stima GDPNow della Fed di Atlanta dice che il Pil americano nel terzo trimestre crescerà dell’1,9%, mentre il Nowcast della Fed di New York parla di 2,24%. Le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale, intanto, per l’Europa indicano una crescita 2019 dell’1,3% (stima invariata rispetto al report precedente). Per le economie emergenti e di frontiera il dato è stato abbassato al 4,1%. Fra gli elementi a cui fare attenzione il Fondo cita il rallentamento della Cina, la guerra commerciale, un Brexit senza accordo e la debolezza del Vecchio continente.
In questa situazione di incertezza, il mercato ha mostrato di apprezzare la protezione offerta dai bond, come fa vedere l’andamento delle diverse categorie Morningstar in cui sono raccolti i fondi che investono nel reddito fisso (vedi tabella sotto).
Attenti agli emerging
Da segnalare la buona performance dei bond emergenti, sia in valuta locale che in hard currency. La carta emerging, tuttavia, va toccata con i guanti. “L’appeal è comprensibile, soprattutto alla luce dei rendimento negativi che offre il debito dei paesi sviluppati”, dice José-Garcia Zarate, Associate director della ricerca sulle strategie passive di Morningstar Europe. “Gli investitori stanno cercando quelle sacche in cui il mercato del reddito fisso funziona ancora in maniera normale. Ma rispetto agli strumenti delle aree developed, i bond dei mercati in via di sviluppo sono più rischiosi, di solito poco liquidi e con alti costi di transazione. Gli investitori non dovrebbero trattare questi investimenti come un asset omogeneo e farebbero bene a discriminare fra gli emittenti”.
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