Regole più stringenti in materia di emissioni inquinanti e multe più salate per chi non le rispetta. Sono due motivi validi per smettere di chiedersi “se” sul mercato arriveranno le auto elettriche e iniziare a domandarsi “quando” invaderanno le strade.
“Secondo le nostre stime, fra l’inizio del 2019 e la fine del 2022, le case automobilistiche che copriamo con la nostra ricerca avranno lanciato 141 modelli elettrici, con una crescita annuale media del 24%”, spiega Richard Hilgert, Senior analyst di Morningstar che si occupa del settore Automotive.
Crescita del lancio di nuovi modelli ibridi e modelli a batteria entro il 2022
L’Italia va più lenta
L’Italia, da questo punto di vista, potrebbe andare un po’ più a rilento. Uno studio realizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con Energy&Strategy Group ipotizza tre scenari:
-Escalation lenta: 20% delle vendite nel 2030, raggiungendo 1,8 milioni di veicoli elettrici circolanti.
-Escalation media: 50% vendite, arrivando a 5 milioni circolanti.
-Escalation veloce: oltre 60% vendite, raggiungendo i 7,5 milioni circolanti.
Secondo lo studio l’impatto vero dei veicoli elettrici nello Stivale si avrà dopo il 2025. In quell’anno, ipotizzando uno sviluppo della rete infrastrutturale lento, dovrebbero essere attive almeno 18 mila colonnine di ricarica (oltre 35 mila colonnine nell’ipotesi più ottimistica).
Multe più salate
A spingere verso una maggiore elettrificazione del parco macchine sono, soprattutto, le sempre più stringenti leggi in materia ambientale a livello mondiale (Usa esclusi) che prendono come esempio i target di emissioni di diossido di carbonio stabiliti dall’Unione europea: a partire dal 2021 è previsa una multa di 95 euro per ogni grammo di CO2 emesso in eccesso rispetto ai limiti da ogni veicolo immatricolato.
Nella tabella sotto sono riportare le sanzioni che i diversi produttori potrebbero trovarsi a pagare nel 2021 se non dovessero portare i livelli di emissione ai target stabiliti (ipotizzando un portafoglio prodotti immutato e immatricolazioni costanti nel periodo 2018-2021. Sono esclusi i veicoli commerciali leggeri).
Componentistica sotto la lente
Dal punto di vista operativo come si traduce tutto questo? “A causa dei forti investimenti richiesti e della forte competizione, secondo noi i produttori auto non saranno in grado di estrarre guadagno esclusivamente dalla vendita di veicoli elettrici”, spiega Hilgert. “Da questo punto di vista le possibilità maggiori le hanno le aziende del segmento componentistica che, storicamente, sono state quelle in grado di creare un vantaggio competitivo con le innovazioni tecnologiche. Il loro Economic moat deriva dagli asset intangibili (in questo caso la proprietà intellettuale) e dai costi di switch (che spingono le case automobilistiche a restare fedeli ai loro fornitori abituali per evitare di incappare in spese più alte)”.
In questo scenario, secondo l’analista, si possono però trovare anche delle occasioni interessanti fra i produttori auto. “Il mercato dice che la strada verso l’elettrificazione porterà a una sostanziale e permanente erosione dei margini per i costruttori”, dice Hilgert. “Questo, unito alla guerra commerciale, al calo della domanda di diesel in Europa, alla minore richiesta di veicoli leggeri in Cina (un segmento che, a breve, potrebbe vedere un rallentamento anche a livello globale) porta a una forte pressione sulle valutazioni dei titoli delle case auto, trasformandole però in una opportunità per investitori con un orizzonte temporale di lungo periodo”.
Per leggere le analisi sull'azionario, vai alla sezione dedicata del sito Morningstar.it.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.